L'Aquila e la città che cambia volto Bengalesi giocano a cricket nel mercato di piazza d'Armi

L'Aquila e la città che cambia volto Bengalesi giocano a cricket nel mercato di piazza d'Armi
L'AQUILA - Immaginate se un gruppetto di ragazzi aquilani si mette a giocare a rugby in una piazza simbolo di Nuova Delhi, in India, in un pomeriggio di festa e di sole. ...

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L'AQUILA - Immaginate se un gruppetto di ragazzi aquilani si mette a giocare a rugby in una piazza simbolo di Nuova Delhi, in India, in un pomeriggio di festa e di sole.




Ebbene, nel pomeriggio di domenica scorsa, in quella parte di piazza d’Armi dove ogni mattina si svolge il mercato dell’ex piazza Duomo, un’allegra combriccola di ragazzi del Bangladesh ha intavolato una accesissima partita di cricket con mazza e guantoni. Sì, cricket. L’erba non è quella di uno dei famosi stadi di Dacca (la capitale del Bangladesh in cui, come in tutti i Paesi del Commonwealth, è diffusissimo questo sport di squadra che si gioca con mazza, palla e guantone, il secondo gioco più seguito del mondo) ma l’entusiasmo delle due squadre (da 11 giocatori) e del pubblico presente, è lo stesso sotto lo sguardo smarrito di più di un aquilano: «Cosa è, baseball?». Si gioca sul cemento e a far da limitare al campo da gioco, delle bottiglie di plastica “Santa Croce”. Urla è strepiti quando il lanciatore tira la palla contro il ricevitore (“wicket keeper”). L’Aquila come Nuova Delhi.



Non tutti parlano italiano. Ma uno di loro, Tofael, ha addirittura un’inflessione dialettale aquilana. Uno spasso sentirlo. Lavora come barista al “Caffè Re”. «Appena possiamo veniamo a giocare qui- dice-. Il cricket è la nostra passione. All’Aquila siamo una trentina che provengono dal mio paese e questo è un modo per stare insieme e divertirci. Voi italiani giocate a pallone, noi con mazza e guantone. Alcuni lavorano come muratori, altri sono ospiti della vicina comunità di Padre Quirino alla Mensa di Celestino. Qui è bellissimo. Non c’è l’erba ma per il cricket è perfetto. Dai, compà, facci una foto!».

Un segno di come cambia la città. Se vai al supermercato, senti parlare un po’ tutte le lingue. Impensabile fino a qualche anno fa, quando faceva strano sol chi parlasse in un altro dialetto. La città sta cambiando.



QUANTI SONO


D’altra parte gli stranieri all’Aquila aumentano a ritmo esponenziale e, forse, i dati ufficiali non dicono tutta la verità sulla portata dell’“invasione” in cui il post sisma ha fatto evidentemente da volàno. Secondo l’Istat, gli stranieri residenti in città al primo gennaio 2015 sono 4.605 e rappresentano il 6,6% della popolazione (nel 2.000 erano la metà: poco più di 2.000). La comunità straniera più numerosa è quella della Romania con il 34,8% (680 maschio e 922 donne censite) di tutti gli stranieri presenti, seguita dai macedoni (14,5%: 317 maschi e 295 donne) e dall’Albania (12,2%: 316 maschi e 247 donne). Del Bangladesh sono solo 25 maschi e 4 donne. Ma si fanno notare... Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero