«Quei leoni di epoca romana sono nostri, ridateceli!». Il ministero dei Beni culturali ha chiesto al Getty Museum di Malibù, in California, di valutare la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il palazzo in questione a Preturo risale al Seicento e ha il titolo degli Spaventa (era l’ex edificio baronale dei Guizzi, che dominarono la zona dal Cinque al Settecento), cui appartenne anche Giovannangelo, direttore generale delle Poste nell’Ottocento quando, attorno al 1880, la famiglia si estingue. Tanti i leoni funerari romani che provengono da Amiternum: come non ricordare i due che si trovano “a guardia” dell’uscio della chiesa capoquarto di San Pietro. Ma questi due erano spariti. Per un tempo assai lungo, sono stati a Preturo: proprio davanti al portale di palazzo Spaventa. Due foto, scattate nel 1912 quando sono registrate in archivio, le mostra l’Istituto archeologico germanico di Roma. Quei due leoni (in marmo: lunghi un metro e 78 cm, alti oltre mezzo metro, fauci spalancate, forse del II a.C.) sono finiti, chissà come, al Getty che, come si legge in un suo Bollettino, dice d’averli acquisiti nel 1958. Dice anche che, per gli studiosi, provengono dall’Asia Minore e che erano in una «collezione privata di Parigi». E’ ormai accertato, invece, che si tratta di contrabbando. Preturo non è in Asia Minore! Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero