L'amore tra marito e moglie più forte del ricatto hard dell'ex amante

L'amore tra marito e moglie più forte del ricatto hard dell'ex amante
Il suo amante l’avrebbe ricattata, a Teramo, dopo che lei ha fatto arrestare il marito servendosi di lui. Una tentata estorsione per ottenere 2mila euro altrimenti le foto...

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Il suo amante l’avrebbe ricattata, a Teramo, dopo che lei ha fatto arrestare il marito servendosi di lui. Una tentata estorsione per ottenere 2mila euro altrimenti le foto nuda della ex sarebbero state divulgate sui social network. Marito e moglie, che però hanno resistito alla crisi coniugale e alla lontananza forzata dovuta alla detenzione in carcere di lui, non hanno ceduto ma alla fine l’imputato è stato assolto. Una storia che risale all’estate dell’estate del 2016. La donna, una teramana di 33 anni, in realtà quando decide di presentare la querela insieme al marito non racconta alle forze dell’ordine che l’uomo che stanno accusando di tentata estorsione è il suo ex amante. Un particolare che lei stessa ammette in fase di dibattimento.


Stavano ancora insieme, di nascosto, quando il marito di lei è stato arrestato per la detenzione di una piantagione di marijuana. La relazione clandestina però ad un certo punto finisce, marito e moglie tornano felicemente insieme dopo la scarcerazione. L’imputato, un 47enne di Teramo, è finito a processo accusato di aver chiesto all’ex amante di inviargli le sue foto nuda, minacciandola altrimenti di rivelare al marito che era stata lei a mandargli le fotografie della piantagione di marijuana che poi il 47enne a sua volta avrebbe usato per fare arrestare il marito della donna. Non solo. Successivamente ha anche chiesto alla coppia 2mila euro "altrimenti avrebbe divulgato sui social network le foto della donna nuda".

Questo dopo due anni dalla fine della loro storia. Per la difesa, però, in fase dibattimentale sarebbero emerse "troppe versioni discordanti tra marito e moglie". Come quella relazione terminata a febbraio del 2014, quando il marito viene arrestato. "Ma ci sono i messaggi tra i due che dicono altro", chiarisce in fase di arringa il difensore, l’avvocato Adriano Cassini. L’imputato è stato assolto perché il fatto non sussiste. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero