L’albergatrice: «Ho chiamato io l’Unhcr, ho mandato anche una lettera al Papa»

L’albergatrice: «Ho chiamato io l’Unhcr, ho mandato anche una lettera al Papa»
Situazione sempre più incerta, per i circa 60 profughi ucraini ospiti nell’hotel Adria, ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo. Ieri, su richiesta della titolare...

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Situazione sempre più incerta, per i circa 60 profughi ucraini ospiti nell’hotel Adria, ad Alba Adriatica, in provincia di Teramo. Ieri, su richiesta della titolare della struttura, Sara Di Pasquantonio, è giunta la delegata Unhcr Natalya Nevalenna. Sono state discusse le problematiche dei profughi, sostenute dalla stessa albergatrice che li accoglie fin dallo scorso giugno. L’incontro con la rappresentante dell’Unhcr è durato più di due ore: in madrelingua con gli ucraini e in italiano con la direttrice dell’hotel. È stata ripercorsa tutta la controversa vicenda e, in alcuni momenti, il confronto ha avuto anche toni accorati, con l’esplicita richiesta di aiuto rivolta alla rappresentante Unhcr. La riunione ha mostrato il forte disagio vissuto dai rifugiati ucraini. Un caso controverso che vede da una parte il gruppo di rifugiati e Di Pasquantonio e dall’altra la Protezione civile che non ha voluto riconoscere gli arrivi di settembre. Un problema ingarbugliato che si ripercuote però sulle persone in fuga dalla guerra che non hanno voluto accettare il trasferimento in un’altra regione. Inoltre, i profughi si sono recati anche sui luoghi indicati come nuova residenza per controllare dove avrebbero dovuto vivere.

 

«Alcuni recapiti - ha detto la gestrice dell’Adria che li ha accompagnati, a sue spese - erano addirittura inesistenti, mentre negli altri casi si trattava di edifici in stato di evidente degrado, testimoniato da numerosi scatti fotografici». La delegata Nevalenna ha visto e parlato con i suoi connazionali nella sala pranzo dell’hotel, durante il loro pasto, in un’atmosfera di smarrimento e sconforto, osservabile anche sui volti dei bambini seduti a tavola. Tra loro molte mamme, con alcune di esse che si sono integrate e lavorano in aziende tessili della Val Vibrata, bambini che vanno a scuola, tre disabili e qualche anziano. Il loro dramma umano ha coinvolto l’albergatrice albense anche se non ha ricevuto denaro da settembre al 17 dicembre 2022, quando è stata riammessa ma poi di nuovo esclusa dal programma, da venerdì scorso. «Cosa devo fare? - domanda - Devo abbandonarli? Non hanno soldi, non hanno niente. Dopo molte sollecitazioni, ho scritto anche al Papa, ho deciso di rivolgermi anche all’Unhcr per violazione dei diritti umani». Nevalenna ora farà rapporto ai dirigenti nazionali.
 

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Il Messaggero