L'AQUILA - Padre e figlio uccisi perché scambiati per cacciatori di frodo. E’ la tragica sorte toccata a Claudio e Massimiliano Chiarelli, 66 e 29 anni. Una...
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Claudio Chiarelli, nato in Libia durante l’esperienza lavorativa del padre, cacciatore professionista e guida per safari, si era trasferito nel Paese africano nel 1982, assieme alla moglie di origine padovana, dopo un periodo passato in Toscana. Nello Zimbabwe era nato, qualche anno dopo, Massimiliano. Era «un cacciatore professionista ma cacciava solo ed esclusivamente capi destinati all'abbattimento» ha raccontato il fotografo e documentarista Carlo Bragagnolo.
Fino a qualche anno fa Claudio tornava nelle sue zone d’origine, tra Lucoli e Tornimparte. I contatti, però, negli ultimi tempi si erano diradati. Un parente, a Villagrande, si limita a parlare di «bravissime persone, di coscienza e valori». Il sindaco di Tornimparte, Umberto Giammaria, ricorda in particolare Antonio, il capostipite, come «persona enormemente in gamba» con cui aveva «un’amicizia fraterna». Gente di talento, i Chiarelli, come ricorda il sindaco di Prata Paolo Eusani, anch’egli parente alla lontana: i fratelli di Antonio, Rodolfo e Cesare, eccellevano l’uno come uno dei più giovani ingegneri d’Italia, l’altro come maestro di scuola. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero