Abusi sessuali nel convitto, arrestato bidello

Abusi sessuali nel convitto, arrestato bidello
Sarà ascoltato nei primi giorni della prossima settimana il bidello di Alanno (Pescara) finito agli arresti domiciliari, tre giorni fa, con la pesante accusa di violenza...

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Sarà ascoltato nei primi giorni della prossima settimana il bidello di Alanno (Pescara) finito agli arresti domiciliari, tre giorni fa, con la pesante accusa di violenza sessuale. I carabinieri della compagnia di Penne hanno accertato che l'uomo, sposato e con figli, molestava gli studenti dell'istituto “Cuppari”, che frequentano il convitto, durante i suoi turni di lavoro notturni. Li avvicinava e li palpeggiava nelle parti intime. Spesso, pretendeva che gli stessi ragazzi, tutti maschi e per lo più minorenni, facessero la stessa cosa con lui. Per le giovani vittime era diventato un incubo. Un incubo insopportabile e così alcuni di loro hanno cominciato a parlare e a sfogarsi.


Una brutta storia che in poco tempo è arrivata alle orecchie della dirigenza scolastica che ha immediatamente denunciato il tutto ai carabinieri, facendo partire le indagini. Sono bastati solo due giorni per avere la conferma che quelle voci arrivate alla scuola, e che ormai circolavano in giro, erano vere. Ad incastrare l'uomo, le immagini delle telecamere fatte installare di nascosto nel convitto. Video inequivocabili che hanno portato il gip del Tribunale di Pescara Nicola Colantonio, su disposizione del pm Rosangela Di Stefano, ad emettere la misura cautelare. Da quanto emerso attraverso l'attività investigativa, il bidello un po' a turno rivolgeva le sue particolari attenzioni sui ragazzi. Alcuni riuscivano a ribellarsi e a respingerlo, altri invece, specie i più piccolini, rimanevano bloccati, spaventati. Non riuscivano a credere a quello che succedeva.


Un paio gli episodi ripresi dalle telecamere piazzate dai carabinieri che hanno fatto scattare le manette. L'uomo, che ha fra i 50 e i 60 anni, è ora agli arresti in casa, in attesa di essere interrogato dal giudice. Senza parole la comunità di Alanno, dove vive e dove in un attimo la notizia si è diffusa. Parecchia incredulità fra chi lo conosce. Profonda indignazione invece fra i familiari degli studenti e fra i ragazzi stessi della scuola, che ora vogliono solo che la giustizia faccia il suo corso. Sono stati alcuni di loro a rivolgersi ai vertiti dell'istituto e a raccontare quello che accadeva nel convitto la sera quando l'uomo era in servizio. Le indagini dei militari dell'Arma comunque non sono terminate, ma proseguono per capire da quanto tempo andassero avanti le molestie. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero