Abruzzo torna zona rossa: sospesa dal Tar l'ordinanza regionale. Ma domenica ridiventerà arancione

L'AQUILA – In attesa di capire se la Cabina di regia nazionale, che si è riunita nel pomeriggio, inserirà, come sembra, l'Abruzzo in zona...

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L'AQUILA – In attesa di capire se la Cabina di regia nazionale, che si è riunita nel pomeriggio, inserirà, come sembra, l'Abruzzo in zona arancione, con decorrenza probabilmente da domenica (bisogna attendere l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza), da questa sera la regione torna in zona rossa.

Contrariamente a quanto era emerso nel pomeriggio su un possibile slittamento a domani, in serata è arrivata la decisione del presidente del Tar Abruzzo, Umberto Realfonzo, che ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dal governo sull'ordinanza emanata dal presidente della Regione, Marco Marsilio, che ha anticipato, lunedì scorso, senza le valutazioni della cabina di regia nazionale, l'uscita dell'Abruzzo dalla zona rossa.

Nel pomeriggio si è tenuta, in modalità telematica, l'udienza alla presenza delle parti: Regione da un lato, presidenza del Consiglio e Ministero della Salute dall'altro, rappresentate dalle rispettive Avvocature.

L'Avvocatura dello Stato ha ribadito con forza l'esclusiva competenza del governo sulle valutazioni legate al coronavirus; quella regionale ha evidenziato il calo degli indicatori del contagio e la non sussistenza dei rischi per la tutela della salute che il governo ha paventato nel ricorso d'urgenza. 

Il tutto mentre, a Roma, si riuniva (slittata dalle 14 alle 16) la Cabina di regia nazionale per il monitoraggio delle regioni che ha preso atto dell'ulteriore calo degli indicatori per l'Abruzzo (Rt a 0.8), parlando di «rischio moderato» con conseguente, possibile, passaggio in fascia arancione, da domenica. Sempre che arrivi l'ufficialità del ministro Speranza.

La sostanza è che l'Abruzzo si ritroverà di nuovo zona rossa fino all'ordinanza del governo: probabilmente per tutta la giornata di sabato, con scuole e negozi nuovamente chiusi. 

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Il Messaggero