Minaccia la ex: «Ti taglio la testa con l'ascia». Gli sequestrano due machete

Minaccia la ex: «Ti taglio la testa con l'ascia». Gli sequestrano due machete
Una quindicina di coltelli di grosse dimensioni, tra cui due machete, sono stati sequestrati dalla polizia l’altra sera in una cantina nella disponibilità del...

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Una quindicina di coltelli di grosse dimensioni, tra cui due machete, sono stati sequestrati dalla polizia l’altra sera in una cantina nella disponibilità del quarantaquattrenne nei confronti del quale l’altro giorno il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha disposto l’aggravamento delle misure cautelari con gli arresti domiciliari.

La minaccia, registrata su messaggi Whatsapp ed inviata anche a terzi, di tagliare la testa con l’ascia alla sua ex moglie, insomma, rappresentava un pericolo reale che, solo grazie all’attivazione del codice rosso, arrivato dopo tre querele nel giro di pochi mesi, è stato forse sventato. «In questi giorni particolari, in cui la mattanza prosegue senza sosta, il provvedimento ottenuto restituisce a una donna e alla sua famiglia un minimo di serenità - commenta l’avvocata della donna, Teresa Nannarone -. Un ringraziamento particolare alle donne e agli uomini del Commissariato di Sulmona che si sono prodigati senza sosta, su delega attenta del procuratore Mariotti, per compiere gli adempimenti di rito, ringrazio anche il Gip, a sua volta molto tempestiva nell’emettere l’ordinanza. Il contrasto alla violenza di genere è un obbligo morale a cui ognuno, al di là del ruolo, deve sentirsi chiamato, solo così riusciremo a sconfiggere questa barbarie».

L’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Margiotta, ha spiegato agli inquirenti che quelle armi erano di proprietà del nonno, un ex macellaio, ed erano custodite nella cantina del padre: la polizia, però, ha eseguito comunque il sequestro, perché nonostante la misura degli arresti domiciliari il quarantaquattrenne ha dimostrato negli ultimi tre mesi, dopo cioè che gli era stato imposto il divieto di avvicinamento alla ex, di non saper rispettare gli ordini dei giudici, avvicinando con fiori, caffé e minacce la sua ex più volte. 

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Il Messaggero