Abruzzo, strage di posti di lavoro: 22mila nuovi disoccupati

Abruzzo, strage di posti di lavoro: 22mila nuovi disoccupati
Strage di posti di lavoro in Abruzzo. Secondo un'analisi dell'economista Aldo Ronci, nel IV trimestre 2019 gli occupati erano 500 mila mentre nel I trimestre 2020...

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Strage di posti di lavoro in Abruzzo. Secondo un'analisi dell'economista Aldo Ronci, nel IV trimestre 2019 gli occupati erano 500 mila mentre nel I trimestre 2020 diventano 478 mila subendo una flessione di 22 mila unità.

In valore percentuale, in Abruzzo gli oc-cupati hanno segnato un decremento del 4,5% pari al triplo di quello nazionale che è stato dell’1,3%.

Il decremento di 22 mila occupati è il risultato di due variazioni di segno opposto. I lavoratori dipendenti decrescono di 33 mila unità mentre quelli indipendenti crescono di 11 mila. La decrescita percentuale dei dipendenti è stata di -8,7% pari al sestuplo di quella italiana di -1,5%, e ha fatto registrare il secondo peggior risultato tra le regioni italiane, mentre gli autonomi abruzzesi crescono di +10,1% a fronte di un calo nazionale di -0,9% e fanno registrare il secondo miglior risultato tra le regioni italiane.

Gli occupati per attività economica registrano incrementi nel commercio, negli alberghi e nei ristoranti (+9) rimangono stabili nelle costruzioni e subiscono consistenti decrementi in agricoltura (-10), nell’ industria (-10) e nei servizi (-11). Vistosa la flessione in agricoltura (-43,7%) pari al quintuplo di quella nazionale, alta anche quella nell’ industria (-8,7%) pari a 22 volte quella italiana e nei servizi (-5%) pari a 10 volte quella nazionale, consistente l’incremento nel commercio (+8,99%) in controtendenza con l’andamento nazionale (-2,6%) .


Il caso più eclatante è quello dei servizi dove gli occupati dipendenti decrescono di 21.000 unità con una percentuale del 11,3% contro l’1,1% italiana che fa conseguire all’Abruzzo il peggior risultato tra le regioni italiane mentre gli autonomi crescono di 10.000 unità con una percentuale del 26,4% contro l’1,9% nazionale, incremento quest’ultimo che ha posizionato l’Abruzzo al primo posto della graduatoria nazionale. Il tasso di occupazione in Abruzzo nel I trimestre 2020 è stato del 56,2%, valore che rimane ancora più basso di quello nazionale che è stato del 58,4% e registra uno spread negativo di 2,2 punti percentuali.
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Il Messaggero