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L’aumento dei ricoveri proietta l’Abruzzo verso la zona arancione. Con 373 pazienti Covid in ospedale, il tasso di occupazione che sale al 19% (+1%) per la terapia intensiva (soglia da zona arancione del 20%) e resta al 26% per l’area medica (soglia al 30%), la regione è ormai a un passo dal cambio di colore. L’altro indicatore per il passaggio in arancione è, infatti, l’incidenza settimanale dei casi per centomila abitanti superiore a 150 e l’Abruzzo da settimane supera la soglia dei duemila: saranno decisive dunque le prossime ore, in attesa della Cabina di regia che si riunirà domani.
Sono 40 le vittime registrate dal primo gennaio: il tasso di letalità Covid in totale è dell'1,8%. Sale a 2.680 il bilancio dei decessi, 1.427 (53%) solo nel 2021 e sono sette quelli registrati soltanto nelle ultime ore: si tratta di un 68enne e un 77enne di Pescara, un 85enne di Lanciano, una 74enne di Altino, una 91enne di Città Sant’Angelo, una 76enne di Roseto e un 91enne di Cappelle sul Tavo.
Il presidente della Regione, Marco Marsilio, ha sottolineato che la «preoccupazione c’è come in tutto il mondo» e ha aggiunto: «I dati che mi ha presentato il responsabile regionale per l’emergenza Covid mostrano come su 33 deceduti negli ultimi 10 giorni, con una età media di 90 anni, solo 4 avevano la terza dose.
Da ieri intanto è possibile conoscere da remoto gli esiti dei tamponi effettuati, attraverso “Mia”, il portale di raccolta dei dati che garantisce la visualizzazione dei referti. Il totale dei casi di Covid accertati in Abruzzo dall'inizio della pandemia supera quota 150 mila: 45.251 contagi (il 30%, quasi uno su tre) sono emersi negli ultimi 12 giorni. Secondo gli esperti, però, il quadro è ancora in evoluzione: «Aspettavamo un’ondata importante dopo le festività natalizie e legata anche alla diffusione della Omicron. È prevista un’ascesa della curva», spiega il direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale dell’Aquila, Alessandro Grimaldi.
Per quanto riguarda il 2022 il dato sui decessi, sebbene si basi su pochi giorni, sembra di gran lunga inferiore se rapportato al numero dei contagi. «C’è una caratterista positiva in questo quadro e cioè che i decessi sono relativamente pochi rispetto ai contagi e rispetto al passato. Il vero problema è che gli ospedali sono sotto pressione e iniziamo ad avere difficoltà. Dobbiamo fare i conti con una carenza di personale storica, che la pandemia ha solo aggravato - aggiunge - Bisogna fare bandi e concorsi e velocizzare le procedure concorsuali, a volte troppo lente e macchinose rispetto a necessità impellenti».
In questa fase c'è però una nuova arma: la pillola anti-Covid di Merck (Molnupiravir), che ha l’obiettivo di ridurre le ospedalizzazioni. «Dobbiamo implementare la somministrazione - prosegue Grimaldi - anche se è un farmaco destinato solo a soggetti con fattori di rischio ed entro 3 giorni».
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