I cuccioli di Amarena crescono nel Parco: monitoraggio costante e autunno favorevole

La mamma è stata uccisa con una fucilata da un macellaio di San Benedetto dei Marsi ora sotto inchiesta

I cuccioli di Amarena crescono nel Parco: monitoraggio costante e autunno favorevole
I cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa da un macellaio di San Benedetto dei Marsi, hanno quasi otto mesi di vita e si muovono con dinamismo all’interno...

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I cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa da un macellaio di San Benedetto dei Marsi, hanno quasi otto mesi di vita e si muovono con dinamismo all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm). Ripercorrono gli spostamenti, effettuati un tempo, con la madre. Il monitoraggio da parte di tecnici, guardaparco e carabinieri forestali è costante. L’ultimo avvistamento, risale a qualche giorno fa ed è stato ripreso dalle telecamere.

 


Un video, divulgato dal Parco, li ritrae insieme nelle loro attività quotidiane. Per realizzarlo sono state collocate delle “fototrappole”. Gli esperti hanno atteso con pazienza il loro passaggio, registrandolo. C’è da dire che questo autunno anomalo, sta giovando a loro favore. Un periodo decisamente favorevole per i due plantigradi giovani, in quanto il clima mite, gli consente di alimentarsi sia di giorno che di notte. L’alta temperatura, favorisce la maturazione di frutta, così come i due cuccioli ingrassano per poter così affrontare meglio l'inverno. «Un primo elemento da evidenziare - spiega l’ente Pnalm - che il video esprime benissimo, è relativo non solo alle dimensioni dei due giovani orsi, ma anche alla vitalità dimostrando che si stanno adattando all’ambiente e che ce la stanno mettendo tutta, a un mese e mezzo circa dall’uccisione di Amarena». Tuttavia i pericoli e le possibilità che gli accada qualcosa, sono comunque tante. Il Pnalm ha raccolto alcuni campioni organici, per l’analisi genetica, che sarà eseguita in un centro specializzato nazionale o addirittura all’estero. Essa è finalizzata all’individuazione del genotipo, alla definizione del sesso ed eventualmente, anche della paternità. All’esito del test genetico, viene attribuito un codice, contrassegnato con la sigla F, per le femmine ed M, per i maschi, seguito da un numero progressivo. Poi si assegna un nome confidenziale.


L’INCHIESTA


Intanto proseguono le indagini del Reparto carabinieri Parco di Pescasseroli, delegati dalla procura della Repubblica di Avezzano, per ricostruire tutti i dettagli, che hanno portato all’uccisione di mamma orsa Amarena. In una prima fase sono stati rinvenuti ulteriori mezzi di prova. Ora, invece, si sta ricostruendo la dinamica, minuto per minuto. Si tratta di un atto dovuto, stante la gravità dei fatti. I reperti recuperati in occasione del sequestro a casa di Andrea Leombruni, l’imprenditore che a San Benedetto dei Marsi ha sparato ad Amarena uccidendola, sono risultati utili a sostenere l’accusa. Si sta procedendo ad ascoltare persone in grado di riferire qualsiasi elemento da supporto, alla ricostruzione esatta dell’evento. Funzionale a indirizzare l’accusa verso una determinata direzione. Al vaglio degli inquirenti, l’importante elemento psicologico del reato.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero