Abruzzo, il muratore strangolato forse con il cavetto del telefonino

Abruzzo, il muratore strangolato forse con il cavetto del telefonino
Potrebbe essere stato strangolato con il cavetto del telefonino Adem Berisha, 55 anni, muratore di nazionalità kosovara trovato morto in casa a Pettorano sul Gizio...

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Potrebbe essere stato strangolato con il cavetto del telefonino Adem Berisha, 55 anni, muratore di nazionalità kosovara trovato morto in casa a Pettorano sul Gizio (L'Aquila). Sul collo, infatti, segni del presunto soffocamento, provocati,


verosimilmente, dall’utilizzo del cavo del telefono. Elemento
importante, riscontrato nel corso della ricognizione cadaverica, che
ha ipotizzato la morte per asfissia, escludendo segni di difesa o
colluttazione.

Il corpo di Adem Berisha, forse sarebbe stato spostato
da una stanza all’altra. Nello specifico, all’interno della camera da
letto. L’uomo indossava il pantalone del pigiama e una camicia. La
Procura della Repubblica di Sulmona, ha aperto un fascicolo contro
ignoti, incaricando il medico legale, Ildo Polidoro, di procedere con
l’esame autoptico, che sarà eseguito sabato prossimo. Titolare
dell’inchiesta, il pubblico ministero, Edoardo Mariotti.

La tragedia si è verificata nel piccolo comune di Pettorano sul Gizio, a pochi chilometri da Sulmona. Berisha sarebbe deceduto intorno alle 3, nella casa situata in via Vittorio Monaco, sottoposta a sequestro giudiziario e dove viveva insieme al figlio, la cognata e il nipote. Il 55enne, in questa abitazione, considerata più confortevole, si era trasferito, insieme ai congiunti, da qualche settimana. Le chiavi della precedente casa popolare, non erano state ancora restituite.


Sarebbero stati i familiari ad allertare i sanitari del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Sulmona, che purtroppo, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sul posto, per il sopralluogo e i rilievi tecnici del caso, si sono recati i carabinieri della
Compagnia di Castel di Sangro, agli ordini del capitano, Fabio
Castagna. Per l’adempimento di tali operazioni, sono stati coadiuvati
dai militari del Reparto Operativo- Nucleo Investigativo del Comando
Provinciale CC dell’Aquila, coordinati dal maggiore, Edoardo Commandè.
 

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Il Messaggero