Abruzzo, lavoro nero e multe nella giungla dei funerali

Abruzzo, lavoro nero e multe nella giungla dei funerali
Erano in ferie o in malattia, ma risultano ugualmente impiegati come necrofori. In alcuni casi, invece, lavoravano senza contratto, da disoccupati o percettori del reddito di...

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Erano in ferie o in malattia, ma risultano ugualmente impiegati come necrofori. In alcuni casi, invece, lavoravano senza contratto, da disoccupati o percettori del reddito di cittadinanza. I controlli sono stati effettuati dalle fiamme gialle della tenenza di Popoli, con il coordinamento del comandante regionale colonnello Antonio Caputo, nell'ambito del piano d'azione Steal Jobs, contro il lavoro sommerso nel settore delle onoranze funebri della provincia. Trentadue i nuovi casi di addetti alle attività di spallaggio dei funerali risultati irregolari. E il totale tocca quota 162.

I finanzieri hanno constatato, nel corso delle ispezioni e per almeno due annualità, la mancanza di preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro o l'infedele registrazione dei dati sul Libro unico del lavoro. Tra le scoperte, dipendenti che, assenti in busta paga perché a riposo, in ferie, infortunati o proprio con nessuna indicazione d'impiego, risultavano invece presenti nei verbali di chiusura feretro depositati nei Comuni. Secondo i primi riscontri le ditte garantivano personale per due ore circa, con un costo medio per ogni operatore di 100 euro per il servizio di trasporto dalla camera mortuaria fino al cimitero per la tumulazione. Ma, spesso, per le prestazioni dei necrofori (il cui prezzo, a cerimonia funebre, era quindi di quasi 400) non è stata emessa alcuna fattura da parte dei datori di lavoro. Nella contabilità infatti, sono stati rinvenuti, oltre contributi non pagati, ricavi non dichiarati e compensi fuori busta.

Nei confronti delle aziende saranno emessi verbali che possono arrivare a oltre 240.000 euro. Tutti gli atti sono stati trasmessi al competente Ispettorato territoriale del lavoro e all'Inail per la regolarizzazione delle posizioni lavorative, a tutela degli interessi dei dipendenti irregolari.

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Il Messaggero