Giulia, madre di tre figli, al volante di un escavatore di 15 tonnellate

Giulia, madre di tre figli, al volante di un escavatore di 15 tonnellate
Ogni giorno manovra una macchina da 15 tonnellate in un cantiere di soli uomini. Le mansioni di Giulia Petcheva sono quelle di compattare la terra scaricata da un escavatore. Una...

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Ogni giorno manovra una macchina da 15 tonnellate in un cantiere di soli uomini. Le mansioni di Giulia Petcheva sono quelle di compattare la terra scaricata da un escavatore. Una figura femminile unica in Abruzzo. Non si diventa cantieristi per passione, soprattutto se si ha un diploma al liceo artistico e un'esperienza da creativa maturata dietro una scrivania. Quando la fortuna fa le bizze e si hanno tre figli da crescere, la vita va ridisegnata scoprendo che si possono avere degli obiettivi anche spianando metri cubi di terra con i capelli spettinati, l'elmetto, i tappi nelle orecchie. L'operaia di origini bulgare racconta il passaggio dal mondo dei copywriter a quello dell'edilizia: «Dopo tanti anni da dipendente in varie aziende pescaresi, ero arrivata ad aprire un'attività in proprio, andata bene per dieci anni, poi i clienti hanno iniziato a non pagare».

Il patentino per la guida di macchine movimento terra lo ha preso per diventare una volontaria della Protezione civile: «Ho aderito al gruppo che lavorerà nel presidio che il Comune di Pescara sta istituendo, serviva un escavatorista, mi sono offerta di seguire un corso di guida. In due mesi ho ottenuto la licenza, qualche tempo dopo un amico mi ha segnalato l'inserzione di un cantiere di Brecciarola dove mi hanno subito assunta. Ho un contratto fino a luglio, ma pare che mi sarà rinnovato. Non è male questo lavoro, mi impegna fino alle 18, il sabato e la domenica sono ibera, lo stipendio è normale. Se facessi la cameriera, dovrei dare disponibilità nei weekend e la sera, se guidassi un camion trascorrerei tanti giorni lontano da casa, tutto sommato mi ritengo fortunata».

Nessun disagio per essere l'unica donna in un team maschile: «Lavoro benissimo con gli uomini, sono corretti e gentili, e non perché sono l'unica collega di sesso femminile. Li trovo più genuini, non ti squadrano continuamente per vedere come sei vestita e come ti comporti. E comunque il mio istruttore per il corso sulle macchine era una donna, questo vuol dire che qualcosa sta cambiando». Può sembrare strano ma, all'interno della cabina di un rullo compattatore, si possono coltivare ambizioni di carriera: «Vorrei arrivare all'escavatore - confessa Giulia -. Per chi fa il mio mestiere, è il livello più alto che si possa raggiungere in un cantiere. Io ho cominciato dal basso, un po' come chi entra in un ristorante con la qualifica di lavapiatti, ma so che un giorno guiderò il mezzo per il quale sono abilitata».

La Petcheva non rinnega il suo passato e continua a disegnare t-shirt dalle scritte anglo-abruzzesi, la più famosa "Ninja Coy" (non ci prendi), ha già avuto numerosi consensi sul profilo Fb dedicato: «La passione resterà sempre - afferma - con il mio compagno mi diverto a creare nomi strani. Se dovessi pensare ad una definizione che mi identifica ora direi "Coach a call" (testa calda)».

Quasi 6 mila utenti hanno inviato cuoricini sul profilo Fb dell'Abruzzese fuori sede che ha postato la storia di Giulia: «Non mi aspettavo tanta popolarità - sorride - in fondo faccio un lavoro come un altro. Ci sono diversi profili aperti in questo settore ma, non so perché, nessuno vuole mettersi alla prova».
 

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Il Messaggero