Domenico Novielli, una morte senza giustizia: ieri il ricordo dell’ex marinaio angolano scomparso 22 anni fa a pochi mesi di distanza dal congedo

«Fatale lo stress del servizio militare», si legge in una perizia medica

mimmo novielli marinaio morto il 13 maggio 2002 il marinaio con la mamma e la sorella
di Bruno D'Alfonso
3 Minuti di Lettura
Martedì 14 Maggio 2024, 07:27

È stata ricordata ieri a Città Sant’Angelo, a 22 anni dalla morte, la travagliata e triste storia di Domenico Novielli, stroncato a soli vent’anni da una cardiopatia contratta probabilmente durante il servizio militare. Un caso di giustizia negata per il quale la famiglia si è lungamente battuta.

La storia

Aveva da poco assolto gli obblighi di leva nella Marina militare, il marinaio scomparso il 13 maggio del 2022.

Fino al 30 giugno del 2000 aveva vestito l’uniforme. I dubbi dei familiari, intatti a distanza di tanto tempo, sono legati all’idoneità al servizio dichiarata dal personale medico della Marina il 16 giugno del 1999. Dopo circa tre mesi dalla sua idoneità, un primo episodio sincopale nel corso dell’addestramento a Taranto rivela una prima fragilità cardiaca di Domenico Novielli, poi riscontrato affetto da una miocardiopatia dilatativa. Il preliminare avvertimento, però, non l’ha esentato dallo svolgere servizi stressanti che gli avrebbero provocato un repentino aggravamento. Anche nella sede successiva, a La Spezia, accusava progressivi disturbi a causa delle mansioni svolte. In buona sostanza, seppur eziologicamente la malattia potrebbe attribuirsi a un fattore congenito, il tipo di servizio cui il giovane marinaio era stato sottoposto ne avrebbe acuito la gravità e, di conseguenza, causato la morte precoce. Ed è proprio quello che è venuto fuori dalla valutazione medico-legale: «I fatti di servizio, nella specie servizio di leva quale marinaio, hanno svolto un ruolo lesivo concausale efficiente e determinante, idoneo ad aggravare la patologia sofferta», si legge nel documento redatto dal dottor Patrizio Rossi, dopo aver partecipato alle procedure medico legali quattro mesi dopo la scomparsa del giovane marinaio.

Da quel giorno, però, le tante denunce, istanze e fascicoli colmi di certificati e relazioni mediche varie, non sono bastati a rendere giustizia alla famiglia di Domenico, che ancora oggi non si da pace sui motivi di una vita spezzata, a soli vent’anni, e del mancato risarcimento cui avrebbero diritto per le sofferenze e dolore patiti. A tutto ciò, infatti, si è aggiunta anche la beffa della decadenza di tutti i termini per procedere in sede penale e civile, a parere dei familiari a causa di una cattiva gestione del caso da parte di un elgale. Domenico Novielli era nato a Grumo Appula, in provincia di Bari, ma dal ’97 si era trasferito a Città Sant’Angelo col papà Giuseppe, la mamma Maria Pia Ubertini e la sorella maggiore Concetta, dove per circa tre anni tutti insieme avevano gestito il ristorante Varsavia di Notte. I familiari e gli amici lo ricordano come un ragazzo allegro, dedito allo scherzo e con la battuta pronta. Ieri sera, come succede ogni anno, la sua memoria è stata commemorata nella Chiesa di Sant’Agostino di Marina di Città Sant’Angelo con una messa in suo suffragio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA