Inter-Lazio, Tudor cerca un colpo da grande

La Lazio in casa dell’Inter: con le big ha faticato spesso Il tecnico: «Serve una gara di sacrificio, chi va in campo deve dare l’anima. Attorno a noi sento troppe chiacchiere»

Valentin Castellanos Campionato Serie A incontro Lazio v Empoli allo stadio Olimpico di Roma. Roma, 12 Maggio 2024 © Marco Rosi / Fotonotizia
di Valerio Marcangeli
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Domenica 19 Maggio 2024, 06:30

ROMA Riecco l’esame big per Tudor. In campionato il tecnico croato ha ottenuto praticamente il massimo con le piccole convincendo invece a metà negli scontri diretti: 3 punti agguantati in extremis con la Juventus e il ko nel suo primo derby. Ecco perché c’è grande curiosità sull’atteggiamento della sua Lazio contro l’Inter, ma guai a mettere etichette o a guardare troppo indietro: «I punti persi con la Roma? Ci sono 38 partite nel campionato, tiriamo le somme alla fine». E ancora: «Dopo dieci giornate si danno etichette sbagliate. Abbiamo affrontato Juve e Roma, poi due trasferte difficili come Genoa e Monza e infine tre squadre di medio-bassa classifica (Salernitana, Verona ed Empoli, ndc). Non ci sono pensieri o calcoli: questo è il calcio vissuto, poi c'è quello di opinioni e chiacchiere». Il tecnico croato non accetta i numeri e la sensazione ambientale di una Lazio che ottiene il massimo perlopiù con avversari di livello inferiore, ma di certo l’unico modo a disposizione per ribaltarla sarebbe ottenere 3 punti a San Siro, in casa dei neo campioni d’Italia, nel giorno della festa per la seconda stella sotto le note di Ligabue e Tananai.

DIGIUNO

Tudor è partito con l’intenzione di mettere i bastoni tra le ruote alle celebrazioni dei nerazzurri per più motivi. In primis per la corsa all’Europa: «Complimenti a loro, ma andremo lì a fare il nostro meglio perché ci sono 6 punti in palio ancora per stabilire la classifica e capire anche a quale competizione europea parteciperemo». Poi perché lui contro l'Inter da allenatore è ancora a secco di vittorie, mentre l'ultima nel San Siro nerazzurro per i biancocelesti è di oltre 5 anni fa, lo 0-1 firmato Milinkovic proprio con Inzaghi in panchina: «È stato bravissimo a gestire la crescita della sua squadra nel corso degli anni.

Rende europeo un modulo, il 3-5-2, che non viene considerato tale e questo è un altro merito. Conta lo stile, l’approccio, l’organizzazione e poi le scelte dei giocatori, che non si possono sbagliare a certi livelli. E in tutto questo è stato ottimo». Livelli alti che presupporranno una Lazio al top, finora capace di ottenere gli stessi punti (16) di Inter e Atalanta in 7 giornate: «Il gruppo si è allenato bene in settimana e dovrà fare una partita di sacrificio: i 16 che andranno in campo dovranno lasciarci l’anima».

FUTURO

Tutto ciò mentre si avvicina il momento delle valutazioni. Sebbene però il vertice Tudor-società sia fissato a fine stagione, quest’ultima si sta già muovendo in entrata (Tchaouna e Dia in pole, mentre da Formello continuano a smentire Gosens) in attesa di capire dall’ex OM su chi contare e chi no: «Il calcio fatto qui negli ultimi tre anni è stato differente rispetto alla mia idea, soprattutto nelle distanze: alcuni si stanno adattando meglio e altri meno. Dovremo programmare con calma e lucidità, facendo le scelte giuste, ma prima c’è da chiudere bene. Col calcio che va verso la fisicità serviranno profili di quel tipo, anche se i migliori vanno in Premier League». Il croato come da contratto si vede ancora a Formello, ma pretenderà maggiore centralità alla genesi del primo anno vero e proprio da allenatore della Lazio. Sarà l’ottavo di fila in Europa per il club, ma per capire quale potrebbe servire più tempo visto il recupero in extremis di Atalanta-Fiorentina: «Non è una cosa normale, speriamo sia l'ultima volta». Motivo in più per chiudere prima ogni discorso sul campo.

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