Viterbo, terme dei Papi, acqua razionata
Sensi: «Ce ne andiamo»

Viterbo, terme dei Papi, acqua razionata Sensi: «Ce ne andiamo»
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 10 Luglio 2014, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 17:52
Vado in Comune a riconsegnare le chiavi, investiremo altrove. Provocazione? Se pensano che distrugga quello che abbiamo costruito con fatica si sbagliano. Dal primo agosto 22 litri al secondo alle Terme dei Papi? Per Fausto Sensi, che le gestisce, è «irrazionale, surreale, impensabile». Anche se poi, quasi in un sussulto dall’incubo, resta «ottimista sul fatto che possano capirlo».

La seconda commissione mercoledì ha votato a maggioranza una delibera che dimezza i litri al secondo di acqua per l’impianto: 15-18 dal pozzetto, 5-7 dalla sorgente Santa Caterina e 0,2 dal Bagno del Papa. Secondo palazzo dei Priori ci si può arrivare con quattro azioni: riduzione di 1,5 metri dell’altezza della piscina, accumulo in serbatoi dell’acqua per le terapie, riciclo di quella delle piscine, razionalizzazione di quella per le cure. E poi i fanghi. «Pure questi limitano?», chiede Sensi incredulo. Sì: 0,5 metri cubi al giorno per sei mesi in bassa stagione, uno per tre mesi in quella alta. E si pagheranno al Comune.

Sensi, commenti? «E’ come se non sapessero quello che c’è nell’impianto – dice - come se non conoscessero gli accordi pregressi, come se il tema fosse trattato da chi non ne sa nulla. Non ho parole». Se il consiglio votasse sì alla delibera, gli scenari per lui sarebbero devastanti. «Così si degrada tutto, sarebbe un danno allo stabilimento e al Comune stesso. Quanto realizzato faticosamente verrebbe annientato. Credo servirà una maggiore riflessione». Ma il primo agosto incombe. «E’ praticamente domani. Se è così chiudiamo: cercheranno loro di fare meglio di noi. Di nostra volontà non sacrificheremo mai i risultati raggiunti. Andremo a investire da un’altra parte».

Palazzo dei Priori ha indicato quattro strade per proseguire con 22 litri al secondo. Sono impraticabili? «Non esiste – spiega Sensi - finora mica abbiamo giocato. Tutto ciò è irrazionale, surreale, impensabile. Da marzo, da quando abbiamo sulla testa questa spada di Damocle, siamo impossibilitati a gestire. Eppure a suo tempo è stato il Comune a pensare, avallare e promuovere gli accordi. Agire così, in questo momento di crisi, è da irresponsabili. Finora ho sempre dato ottimismo ai dipendenti, ora dovrò spiegare. Ma voglio essere ancora ottimista anch’io». Resta un rebus: per la prossima subconcessione mineraria ci sarà un bando, mentre quella sugli immobili è in mano ai Sensi anche per i prossimi 20 anni. Altro round in tribunale? «Conseguenze ci saranno – conclude – ma intanto lo stabilimento sarà chiuso e i lavoratori a casa».
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