Dopo il volo, la processione. Giornata intensa anche per il cuore di Rosa, quella di ieri: prima di sfilare insieme al corteo storico ha fatto il suo primo viaggio sull’NH-90 dell’Esercito per benedire dall’alto i viterbesi. Veder sfilare dopo tanto tempo gli oltre 300 figuranti ha fatto effetto: la città si è riversata sulle strade per ammirare secoli di storia dal 1251, anno della morte di Santa Rosa, al 1800. Tutti in abiti d’epoca: rosine, boccioli di Santa Rosa, valletti, podestà, milizie, terziari francescani, nobili, assessori, parlamentari e carabinieri reali, sindaci, sottoprefetti e, ancora, notai, dignitari e corazzieri, cavalieri di Malta, delegati pontifici e maestri d’armi.
Una volta al duomo, prima di far partire la processione il vescovo Lino Fumagalli si è preso qualche minuto per parlare ai presenti. «Dopo anni di fermo a causa della pandemia - ha detto - ringraziamo di questo ritorno alla normalità.
Infine un appello e la citazione di Giovanni Paolo II: «Occorre un patto d’amore per Viterbo, che coinvolga e stimoli la collaborazione di tutti, superando le divisioni, le rigide appartenenze e logiche di gruppo e di partito. Una collaborazione che sia inclusiva. Viterbesi, volemose bene e damose da fa. Viva Santa Rosa».