Viterbo, il lavoro è un'illusione: crescono solo i contratti a tempo determinato

Viterbo, il lavoro è un'illusione: crescono solo i contratti a tempo determinato
di Luca Telli
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Lunedì 12 Giugno 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 15:18

«Facciamo subito chiarezza, i dati sono una cosa la verità è un’altra». Davanti ai numeri in crescita dell’occupazione il segretario provinciale della Uil, Giancarlo Turchetti va subito al punto e spiega perché da festeggiare ci sia molto poco. «Ad aumentare sono sì i contratti ma non quelli a tempo indeterminato, tre su quattro sono a termine e per un periodo di tempo limitato che, tra l’altro, spesso va da uno a trenta giorni. Se questa è crescita allora qualcosa non torna».

Nell’ultimo rapporto annuale Istat, al 31 dicembre 2022, si nota come rispetto all’anno precedente il numero degli occupati sia aumentato in maniera decisa, soprattutto tra gli uomini e in determinati range di età.
Nel complesso la popolazione occupata è salita dal 41% al 43% mentre per genere: da 52% a 53,5% i maschi, da 31,6% a 34% le donne. Donne che annaspano tra le fasce più giovani dove, secondo un trend confermato che va avanti da almeno un quinquennio, la percentuale delle lavoratrici è addirittura diminuita. I

n quella dei giovanissimi, che analizza la situazione tra i 15 e i 24 anni, il dato occupazionale degli uomini è passato dal 19% al 21,3%, quella delle donne dal 5 al 9% con il totale cresciuto di 12 punti: da 12,7% al 24,2%.
Nella seconda fascia che va dai 18 ai 29 anni la forbice si allarga: aumentano gli occupati maschi da 42,9% a 47% in maschi, diminuiscono le donne dal 30% al 26%. E ancora numeri simili tra i 25 e i 34 anni: da 73,9% a 79% gli uomini, da 52 a 49% le femmine.

E' un dato sui cui pesa la spinta dell’edilizia, ed il boom dei lavoratori richiamati dalla richiesta successiva i bonus ristrutturazione (90 e 110%), che taglia fuori le donne dalla crescita.

Nella specifica che prende in esame over 30, 40 e 50 i valori si stabilizzano con un ribaltamento dei numeri: le donne cioè crescono più degli uomini. Tra i 35 e i 44 passano da 54% a 60% contro l’87,2% degli uomini che perdono un punto e mezzo. Tra i 45 e i 54 anni da 53% a 62%, contro l’87% dei maschi sia nel 2021 che nel 2022.

Numeri che si giustificano con il recupero di un gap evidente negli anni precedenti in fasce d’età dove la maggiore parte della popolazione ha un’occupazione più o meno stabile. Stabilità, che non c’è, che è la parola chiave che Turchetti individua per costruire il futuro della Tuscia, fosco tra precarietà e inverno demografico. Un quadro di cui il segretario Uil presenta il conto.

«Nel 2022 sono stati attivati 18.744 contratti, di questi stabili sono 4.780: uno su quattro». Un dato che già basterebbe ma Turchetti ne fornice un altro: «nell’ultimo quinquennio il Viterbese è riuscito a creare meno occupazione rispetto alla media regionale: nel Lazio la crescita è stata del 4,1%, la Tuscia cala del 2,2%». A pagare il conto più salato sono soprattutto i giovani «in fuga da una provincia che non offre loro la possibilità di costruirsi un futuro dignitoso».

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