Vino, annata al ribasso:«La più complicata di sempre»

Vino, annata al ribasso:«La più complicata di sempre»
di Luca Telli
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Domenica 27 Agosto 2023, 10:33
«Mai vista una stagione del genere: pioggia, infezione da peronospora, ondate di calore: tutto quello che poteva andare storto si è verificato». Sotto il segno della più crudele legge di Murphy il 2023 per i viticoltori rischia di essere uno dei peggiori di sempre, uno sui quali tirare in fretta una riga nera per ripartire il prima possibile. Da Castiglione in Teverina, isoglossa a 228 metri sul livello del mare tra Lazio e Umbria che si affaccia sulla valle del Tevere dove la terra è generosa grazie al mix unico di sedimenti vulcanici dai grandi apporti minerali si mischiano a strati argillosi di origine alluvionale, Roberto Trappolini, produttore dal 1961 presente sul territorio, traccia uno scenario a tinte fosche.
«Sono entrato per la prima volta in un campo a 15 anni, nelle vita mi sono dedicato solo alla coltivazione della vite ed oggi, che ne ho 57, non risco a ricordare una simile concatenazione di eventi estremi». Parla di piante aggredite dalla peronospora e piegate dal sole, di «grappoli cotti’ e di un raccolto compromesso già in primavera «quando le piogge insistenti hanno colpito la germogliatura (il momento più delicato per lo sviluppo) prima e impedito i trattamenti nei campi poi, ribaltando le previsioni di una stagione che partiva con ottime premesse».
Piccoli jab assestati a distanza, punture di zanzare in confronto a quello che è successo a cavallo dell’estate quando i colpi si sono trasformati i montanti al volto e al tronco, pesanti al punto far tremare le ginocchia.
«Dopo precipitazioni tanto intense sapevamo che sarebbe arrivata la peronospora. Lo stop ai trattamenti ha reso le piante più vulnerabili, di conseguenza l’infezione si è diffusa in maniera rapida danneggiando una parte del raccolto. Pensavamo fosse finita, ma non era così».
A luglio, infatti, il colpo del potenziale ko che fa saltare il paradenti: «il caldo asfissiante della terza settimana ha colpito anche i rami più solidi: la disidratazione ha innescato un sistema di autoprotezione, per sopravvivere le pianta hanno iniziato ad abbandonare foglie frutto. È la stessa situazione che si è verificata nei giorni scorsi. Venerdì, intorno alle 15, la temperatura ha sfiorato i 40 gradi: era come se le piante avessero avuto un phon a piena potenza puntato contro»
Folate bollenti e persistenti tali da non risparmiare nessuna coltura: «Coltiviamo diversi vitigni, dal Sangiovese all’Aleatico, dal Merlot al Grechetto: non c’è stata una che non abbia subito perdite. L’unico vino che gioverà di questo caldo – ci scherza amaro sopra Trappolini – è il passito». La speranza di limitare le perdite legata alle prossime settimane dopo le quali inizierà la vendemmia e ci sarà una stima reale del calo di volume della raccolta e della produzione. «Ad oggi ci aspettiamo una flessione, in quale misura non sappiamo. Ogni anno lavoriamo tra le 80 e le 100mila bottiglie e contiamo di preservarne una buona parte. Come sempre, però, non dipende solo da noi: per una volta contiamo che il clima ci dia una mano».
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