Venerdì Santo nella Tuscia Viterbese tra processioni del Cristo morto e rievocazioni in costume della Passione

Processione del Cristo Morto a Civita di Bagnoregio
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 29 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:45

Venerdì 29 marzo, Venerdì Santo, con la gran parte dei centri storici della Tuscia viterbese impegnati a rappresentare in costume la rievocazione della Passione di Cristo, intrecciando devozione, spettacolo e attrazione turistica. 

Tra le più lodate, quella di Bagnaia, il borgo alle porte del capoluogo dominato dalla cinquecentesca Villa Lante, dove si ripropongono in diciotto quadri i momenti topici della Settimana santa: l'orto dei Getsemani, il tradimento di Giuda, la cattura, il Calvario, la crocifissione, la deposizione nel sepolcro. Nata nel 1618, ad opera del medico ternano Michelangelo Carocci, si caratterizza per i costumi dai colori vividi, e dal numero dei figuranti: circa 400.

Di grande impatto scenografico l'evento di Civita di Bagnoregio: il corteo di fedeli esce dalla chiesa di San Donato, col crocifisso adagiato su un feretro, e inizia la lenta discesa verso Bagnoregio attraversando il ponte per poi rappresentate le scene di Pilato e della flagellazione; al termine, percorso inverso, per riportare San Donato nella sua dimora. A Vetriolo, frazione di Bagnoregio, la narrazione è resa affascinante dalla ricchezza dei costumi e dalla suggestiva ambientazione.

Latera ripropone riti secolari: alle 5 del mattino, processione della Desolata, vale a dire Maria che va alla ricerca di Gesù arrestato; alle 21,30, corteo accompagnato dai canti in latino della tradizione orale eseguiti dai membri di tre confraternite: del Santissimo Sacramento, della Madonna e della Misericordia.

Si tratta di armonie polivocali tra il gregoriano e la polifonia e costituiscono una espressione rara della musica antica, ancora oggi allo studio dei molti esperti di tutta Italia.

Altre rievocazioni in costume si svolgono ad Arlena di Castro, Blera, Bolsena, Canepina, Canino, Castel S. Elia, Cellere, Corchiano, Gradoli, Ischia di Castro, Montefiascone, Monte Romano, Onano, Piansano, Proceno, San Martino al Cimino, Sutri, Valentano, Vetralla.

Accanto alle rievocazioni, le processioni, dove il rito fa rima con tradizioni che si sono stratificate nel corso dei secoli. E' il caso di Orte, considerata tra le più antiche della Penisola, dove i membri delle nove Confraternite danno vita a una suggestiva processione della bara del Cristo e della Macchina dell'Addolorata. La sua particolarità risiede della partecipazione di decine di ortani, vestiti da cirenei e trasfigurati in penitenti a piedi nudi e in catene. Citata dalle fonti fin dal XII secolo, perpetua il suolo sociale e religioso che le confraternite hanno assunto nella storia della cittadina.

Venerdì santo nel capoluogo a Viterbo in piazza san Lorenzo, dalle ore 21.30,  processione del Cristo Morto presieduta dal Vescovo Orazio Francesco. Al termine rappresentazione del “Processo” a Gesù e “Crocifissione”- con sullo sfondo la loggia del Palazzo dei Papi - curata dai figuranti della Parrocchia dei Santi Valentino e Ilario in collaborazione con la Parrocchia di Santa Barbara.

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