Tiziana Governatori (Terme Salus), Marco Sensi (Terme dei Papi), Fernando Barberini (Therma Oasi) e Fabio Belli (Tuscia Terme): per la prima volta tutti seduti intorno a un tavolo. Al bando i personalismi, gli screzi, i ricorsi e controricorsi al Tar che per anni hanno messo i bastoni tra le ruote allo sviluppo del settore. Stavolta erano lì per ragionare in ottica comune. A riuscire nell’impresa è stato l’assessore al turismo e allo sviluppo economico Silvio Franco. E in embrione ci sono già eventi che stanno per prendere forma.
Tutti insieme: non era mai successo. «In effetti - dice Franco - il tentativo ha avuto successo. Il motivo per cui li ho invitati a sederci intorno a un tavolo era legato all’ingresso di Viterbo nella European historic thermal towns association, l’associazione europea delle città storiche termali», itinerario certificato dal Consiglio d’Europa dal 2010. «Raccoglie le città europee che hanno una storia e un’importanza nel settore. Non è stato banale riuscire ad acquisirlo e volevo confrontarmi con loro per capire come il risultato potesse essere valorizzato, trovando punti di contatto e cooperazione tra i quattro operatori e lavorando insieme al di là delle differenze in termini di offerta e zona in cui operano».
L’asset del termalismo è tra i principali punti di forza della città, ma ha visto spesso forti attriti tra i protagonisti. «Abbiamo discusso delle attività da mettere in campo per valorizzarlo. Sulla necessità di lavorare insieme c’è stata grande collaborazione e ci siamo trovati d’accordo sulle iniziative da realizzare». Eccole: «La prima è un momento di valorizzazione dell’ingresso nella Ehtta attraverso un convegno, utile per raccontarlo alla città e fare una tavola rotonda in cui gli operatori si confrontano in presenza del presidente dell’associazione europea, che ha dato la disponibilità».
Ce n’è anche una seconda: «Abbiamo pensato a come valorizzare l’aspetto storico del termalismo viterbese - continua l’assessore - che nasce già dal tempo degli etruschi.
Gira una proposta di cambiare nome alla città: da Viterbo a Viterbo Terme. «Chi ha questa denominazione punta tutto su quello. Ciò non toglie che, in una logica di sviluppo del settore e nel momento in cui i suoi aspetti storici si legano alla candidatura a capitale europea della cultura, potrebbe essere un’ipotesi da prendere in considerazione. Al momento è un po’ prematuro».
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