Maltrattata per 15 anni dall'ex marito. «Minacciata anche con la grata di tombino, saliva sul balcone per entrare in casa»

Le violenze a Viterbo: in aula il padre della vittima racconta le botte e gli insulti

Maltrattata per 15 anni dall'ex marito. «Minacciata anche con la grata di tombino, saliva sul balcone per entrare in casa»
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 07:56

«Una volta ha preso la grata di un tombino e ha tentato di tirargliela». Maltrattamenti fisici, psicologici, minacce e insulti. Una vita fatta di soprusi quella di una donna del Viterbese che ha denunciato l'ex per maltrattamenti. Ieri, a parlare davanti al collegio del Tribunale di Viterbo è stato il padre della donna che ha testimoniato contro l'ex genero e raccontando ogni tipo di violenza contro la figlia. Secondo l'ipotesi accusatoria, i maltrattamenti sarebbero andati avanti per 15 anni, dal 2007 alla fine del 2021, e messi in atto davanti ai loro tre figli.
La donna, stanca di questa vita, un giorno ha trovato il coraggio di andarsene. Lasciando a casa tutte le sue cose e quelle dei figli nell'ultimo appartamento per andare lontano dall'inferno che stava vivendo. L'uomo, con provvedimento del giudice, dopo la prima denuncia della donna è stato allontanato dalla casa.
Ma questo non ha fermato l'uomo che ha continuato a tormentarla, tanto che il giudice l'ha dovuto inasprire: dopo nuove aggressione e dopo che per l'ennesima volta che si è presentato sotto la nuova residenza della ex, la donna ha sporto di nuovo denuncia e lui è finito ai domiciliari con braccialetto elettronico. «Continua a ripetersi - ha affermato il padre della vittima - È successo anche la settimana scorsa. Si è arrampicato sul balcone ed è piombato in casa di mia figlia. Lei mi ha chiamato e io ho contatto i carabinieri che sono dovuti intervenire per l'ennesima volta».

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L'imputato dopo l'ennesima segnalazione è stato di nuovo allontanato: «Non so che problemi abbia - ha continuato - ma nonostante tutto continua a cercarla. L'ha riempita di botte e mandata in ospedale, ma non si rassegna. Una volta voleva entrare a casa e mi sono dovuto mettere in mezzo io. In un'altra ha sollevato la grata del tombino e voleva tirarla a mia figlia, per fortuna non è riuscito nell'intento. Un'altra volta l'ha fermata in macchina e presa per i capelli, lanciato tutte le sue cose da una scarpata».
Quest'ultimo episodio era stato raccontato anche dalla donna, nella precedente udienza. «Mi ha incontrato per strada mentre ero in auto - aveva spiegato - Mi ha gridato qualcosa sui nostri figli e mi sono fermata. Lui è arrivato come una furia dalla parte del mio sportello e dopo aver distrutto il telefono mi ha preso a pugni in testa. Più e più volte, poi ha lanciato la mia borsa in un dirupo. Se ne è andato lasciandomi in mezzo alla strada, senza più niente. Ho fermato un mezzo che passava e ho chiesto aiuto».
 

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