Sanità privata, nel Viterbese è boom di cassa integrazione e licenziamenti. La denuncia della Cisl

Sanità privata, nel Viterbese è boom di cassa integrazione e licenziamenti. La denuncia della Cisl
di Federica Lupino
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Venerdì 16 Dicembre 2016, 18:20
Tra richieste di cassa integrazione e licenziamenti collettivi, la sanità convenzionata nel Viterbese chiude un anno nero e non vede spirargli per il 2017. Clinica Salus, Casa di Cura di Nepi e Nuova Santa Teresa, ma anche Villa Paola a Capranica sono le strutture che al momento presentano maggiori criticità. “Una condizione – polemizza Mario Malerba della Fps Cisl – conseguenza di una mancata programmazione a livello regionale capace di far convivere le strutture accreditate con quelle pubbliche. Considerando poi la carenza di posti letto nei nostri ospedali, questa politica è incomprensibile”.

A Viterbo, la scampa in extremis la Clinica Salus sulla Tuscanese. Qui il 23 novembre la proprietà ha avvitato la procedura di licenziamento collettivo per 7 dipendenti a causa della “riduzione dei posti letto con relativo calo del fatturato” che aveva già costretto l’azienda ad attivare gli ammortizzatori sociali, in scadenza però a fine anno. Di qui la decisione di ricorrere ai licenziamenti, ora scongiurati grazie all’accordo raggiunto in Regione. “In questo caso – spiega Malerba – siamo riusciti a tirare un sospiro di sollievo grazie al ricorso alla cassa in deroga per 13 persone. Resta però la preoccupazione per il decreto Balduzzi che, quando sarà applicato, comporterà la chiusura delle strutture con meno di 40 posti letto per acuti”.

Peggio va al gruppo Ro.Ri.. La famiglia Angelucci ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 18 dipendenti. Qui i sindacati non sono riusciti a raggiungere alcun accordo e hanno quindi chiesto che la Regione li convochi. “Visto l’opportunità di attivare gli ammortizzatori sociali per tutto il 2017, contiamo – sostiene il sindacalista della Cisl – che si rinunci a mandare a casa tutte quelle persone”.

Anche  a Villa Paola, la clinica dermatologica del gruppo Idi a Capranica, la situazione non è affatto rosea. Qui Maria Pia Garavaglia, la presidentessa della fondazione Luigi Maria Monti, ha ufficialmente chiesto la cig in deroga per tutto il personale, ovvero 55 unità. Nello specifico, se accettata dalla regione la misura coinvolgerà a rotazione 22 infermieri, un caposala, 5 addetti alla sorveglianza antincendio, 10 ausiliari, 3 collaboratori amministrativi, 10 impiegati, un operaio specializzato e 3 tecnici del laboratorio analisi. “Una decisione inaspettata ma – conclude Malerba – contiamo nell’operato della nuova presidenza”.
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