«Nel corso del giro di controllo delle strutture realizzate dalla riserva naturale regionale per la cattura dei cinghiali, i guardiaparco hanno constatato danneggiamenti alle strutture realizzate», spiegano dall'ente. La Riserva aveva attivato da tempo dei piani di controllo del cinghiale, approvati dalla Regione Lazio, al fine di ridurre per quanto possibile l’incidenza dei danni all’agricoltura e i rischi alla circolazione stradale.
«L'attività di cattura, iniziata nel 1991, è proseguita fino ad oggi nonostante sporadiche interruzioni causate da altri danneggiamenti. L’asportazione delle porte a scatto metalliche di due recinti di cattura - aggiungono i guardiaprco - causerà un temporaneo rallentamento sulle attività, tra l'altro appena state riavviate per il 2019. Il ripristino delle strutture, oltre alla mancata cattura dei cinghiali, comporterà costi non previsti per la Riserva e dunque per tutta la collettività».
Per i danni oggi rilevati «resta l’amarezza verso un'azione inqualificabile che va a discapito, prima e soprattutto, della sicurezza dei cittadini e degli agricoltori». Sull’accaduto la Riserva naturale ha avviato indagini di polizia e proceduto a sporgere denuncia all'Autorità giudiziaria.
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