"Qui ho già comprato casa": Chiara, 25 anni, da Montefiascone all'Inghilterra dove gestisce appartamenti di lusso

Chiara Rosati
di Renato Vigna
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Martedì 10 Ottobre 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 19:12

“Mi sono trasferita quando avevo 21 anni. All'inizio era solo per via dell'Università, poi quando ho visto che qui le cose funzionano, non sono più riuscita ad andarmene. Ho un solo rimpianto: non essermene andata prima”. Cameriera nel locale di famiglia durante il liceo, quindi commessa in un supermercato durante l’Università. Poi, il trasferimento in Inghilterra per frequentare l’ultimo anno prima della laurea. E ben presto la decisione di non tornare più. Chiara Rosati ha 25 anni ed è originaria di Montefiascone, dove la famiglia aveva un bar e una pizzeria. Ha frequentato il liceo a Viterbo, quindi ha conseguito una triennale in Business and Management a Roma, con ultimo anno di studi a Newcastle Upon Tyne, in Gran Bretagna. Un altro giovane cervello in fuga.

Lei afferma che il suo unico rammarico è non essersi trasferita prima, perché?
“Qui ho un lavoro a tempo indeterminato e sono anche riuscita a comprarmi una casa a soli 24 anni”.

Effettivamente, in Italia a quell’età sembra un miraggio. Ma come è nata l’idea di andarsene?
“Mi sono trasferita all'estero perché la mia università di Roma, essendo internazionale, ci permetteva di poter frequentare un anno fuori, così ho deciso di fare il terzo in Inghilterra. Me ne sono andata a ottobre 2019 e da allora non sono più riuscita ad andarmene. Ho fatto diversi lavori qui in Inghilterra, tra cui commessa e cameriera, molto ben pagati rispetto all'Italia e da un anno e mezzo lavoro come Tenancy progressor in una compagnia nazionale inglese”.

In cosa consiste il suo impiego?
“Sono responsabile di contratti, documenti e pagamenti di blocchi di appartamenti che gestisco per conto dell’azienda che mi ha assunto.

Azienda a cui appartengono numerosi palazzo moderni: 8 di questi blocchi sono gestiti da me”.

Cosa le manca di Montefiascone?
“In realtà non mi manca nulla, eccetto per la mia famiglia e i miei amici. Non mi sono mai pentita di essere andata via e ora come ora non riesco nemmeno a vedere la mia vita in Italia".

Qual è la lezione più grande che ha imparato da quando si è trasferita? 
“Finalmente ho capito di avere un valore e mi apprezzano per questo. In Italia non mi sono mai sentita abbastanza, sia lavorativamente che non. Questo è un Paese davvero libero dove tutti hanno la propria occasione e non c'è bisogno di avere conoscenze per diventare qualcuno.

Come si immagina la sua vita tra dieci anni?
“Sempre qui in Inghilterra, chissà se in questa città o altrove, ma so che l'Italia non rientra nei miei programmi”.

Se potesse consigliare qualcosa a chi governa perché i giovani smettano di fuggire dall’Italia cosa suggerirebbe?
“Ci sono tante cose che consiglierei, una tra queste e' lo stipendio minimo: qui in Inghilterra c'è per ogni fascia di età e i ragazzi iniziano a lavorare davvero presto perché sono ben ripagati. Inizierei a fare di più invece di parlare e basta. Aiuterei di più nello studio, come fanno qui che i ragazzi all’università percepiscono dei soldi per poter studiare. C’è una cosa che forse in Italia non può cambiare ed è la mentalità, io lavorerei prima su quello che su altre cose”.

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