Quasi 500 no vax nelle scuole viterbesi: da gennaio scatta la sospensione. È corsa ai supplenti

La scuola Ellera a Viterbo
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Dicembre 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 18:18

Sono circa 500 in tutta la provincia, quasi 200 nella sola città di Viterbo. Numeri affatto trascurabili quelli dei docenti e del personale Ata della scuola che non si sono ancora vaccinati e non intendono farlo. Dal 15 dicembre, quando è entrato in vigore l’obbligo per la categoria, sugli istituti della Tuscia sono piovute una valanga di assenze.

Di fatto, i no vax hanno cercato di trovare una soluzione per aggirare il problema o, quantomeno, per trascinarne la risoluzione il più avanti possibile nel tempo. Malattie, ferie, congedi di vario tipo sono i principali escamotage utilizzati sinora. Un fenomeno che si riscontra in tutta la provincia: all’istituto ominicomprensivo di Orte sono 10 gli assenti, all’Ellera di Viterbo arrivano a circa 35. Eccezione fa il lceo Ruffini del capoluogo dove il 100% del personale è in regola. 

Ma a restringere il campo delle possibilità per non vaccinarsi è arrivata venerdì sera l’ennesima nota da parte del ministero dell’Istruzione in cui si ribadisce che la vaccinazione per professori, Ata e dirigenti scolastici è da considerarsi obbligatoria, a prescindere che il lavoratore sia presente o meno. I casi di esclusione sono previsti espressamente dalla norma e, al di là di quelli, scatta la sospensione dal servizio e dallo stipendio.
Con questa stretta cambia anche il ruolo dei dirigenti. Se sinora in caso di malattia non erano costretti a chiedere il rispetto dell’obbligo vaccinale, d’ora in poi dovranno farlo.

In particolare, docenti e non vanno invitati “a produrre, entro cinque giorni dalla ricezione dell'invito, uno dei seguenti documenti: documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione; attestazione relativa all’omissionRicevuto l’invito, scatta il termine di 5 giorni per ottemperare, pena la sospensione.

Alcuni no vax delle scuole viterbesi hanno presentato la ricevuta dell’avvenuta prenotazione della prima dose del vaccino. Ma non tutti si presenteranno all’appuntamento: per molti è stato solo un modo per guadagnare tempo. Altri hanno già scelto la strada dell’aspettativa senza retribuzione. “Piuttosto che vaccinarmi, mangerò pane e cipolla”, è una delle prese di posizioni di un docente di Viterbo. 

Ma simili scelte hanno anche ripercussioni sull’organizzazione scolastica. “Siamo vicini – spiega Brunella Marconi, segretaria dello Snals Confsal - ai dirigenti scolastici che si trovano a fronteggiare la situazione armati solo di continue note ministeriali poco chiare, anche per la chiamata dei supplenti. Non sanno quando e per quanto tempo possono chiamare un supplente. Eppure questa è l’unica soluzione per coprire le assenze, in quanto ricorrere al personale interno o unire le classi rischia di creare situazioni di promiscuità rischiose per la diffusione del virus”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA