Piazza si racconta agli studenti, dalla lotta alla tratta di essere umani agli aiuti alle famiglie povere. «Serve economia dal volto umano»

Piazza si racconta agli studenti, dalla lotta alla tratta di essere umani agli aiuti alle famiglie povere. «Serve economia dal volto umano»
di Simone Lupino
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Martedì 7 Marzo 2023, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 19:17

“Bisogna uscire da una economia finanziarizzata per entrare in una economia dal volto umano”. Lo ha detto il vescovo di Viterbo, Orazio Francesco Piazza, intervenendo nei giorni scorsi a un convegno presso l’Università della Tuscia, titolo: “Quale globalizzazione? Per una società ed un’economia senza sfruttamento e tratta di persone”. E’ stata questa l’occasione per conoscere meglio il nuovo vescovo nell’altra sua veste di docente. Piazza, professore di Teologia dogmatica alla Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale e per anni insegnante di Etica sociale all’università del Sannio, ha manifestato la speranza di poter presentare presto all’Unitus, insieme con altri colleghi, un volume da lui curato, uscito nel 2021: “Economia civile integrale e la primavera delle comunità locali. Dall’homo oeconomicus all’homo in civitatem”.

Il discorso di Piazza è stato introdotto da Giulio Guarini, economista dell’ateneo, e dai saluti istituzionali di Tiziana Laureti e Luca Lorenzetti, direttori dei dipartimenti Deim e Distu che annoverano corsi e iniziative d’avanguardia su sviluppo sostenibile, ambiente e inclusione. “Questo convegno – ha detto Guarini - dà il senso a un inizio di collaborazione tra il nostro ateneo e la diocesi”, che si concretizzerà “con un protocollo che dovremo portare a termine anche con il dipartimento proprio vista la sua sensibilità (di Piazza, ndr) sui temi dell’etica e dell’economia”.
Piazza si è presentato spiegando di essere stato in passato tra i promotori di “una battaglia durissima, non ancora finita”, per la cancellazione del debito estero dei paesi in via di sviluppo, definendo quest’ultimo come “un modo con cui l’economia dei paesi ricchi strozza le potenzialità di sviluppo dei paesi poveri”.

Il suo discorso si è poi spostato sull’economia di mercato, “che giustamente ha come progetto quello della massimizzazione degli utili, ma – ha aggiunto subito dopo il vescovo - non si può guardare all’ottimizzazione di questi processi perdendo di vista quello che viene definito il bene economico netto e che implica necessariamente tutto lo spettro delle questioni valoriali dell’uomo”. Dietro “ci deve essere sempre l’uomo”. Un altro paradigma: bisogna passare “da una economia prepotente a un'economia della cura, della vicinanza e dell’attenzione”. E ha aggiunto: “Il cammino si misura sul passo del più debole, non del più forte. Se vogliamo raggiungere una meta condivisa bisogna tenere conto dell’altro”.

Piazza ha raccontato che durante la fase più critica dell'emergenza Covid, lui in persona ha dovuto "fare interventi di sostegno economico in famiglie che non avevano nulla da mettere nel piatto. Il mercato finanziario continuava il suo percorso, mentre la gente moriva di fame". Ha spiegato infine di aver vissuto “una esperienza molto dura” nel contrasto alla tratta delle ragazze nigeriane sul litorale domizio.
Ad ascoltare il vescovo c’erano studenti universitari e della scuola sottufficiali dell’Aeronautica. L’incontro è servito per presentare il rapporto Talitha Kum 2021, Rete internazionale contro la tratta di persone.

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