Il 29enne è stato condannato a 16 anni di reclusione per violenza e concorso nell’omicidio della ragazza inglese, avvenuto il primo novembre del 2007 a Perugia e oggi sta scontando la pena nel carcere di Mammagialla a Viterbo. La revisione era stata chiesta dai suoi difensori di Guede, gli avvocati Tommaso Pietrocarlo e Monica Grossi, per contrasto di giudicati con la sentenza che ha invece assolto Raffaele Sollecito ed Amanda Knox. «Siamo fermamente convinti delle nostre buone ragioni - dice Camilli - ma dobbiamo riconoscere che il compito ora affidato alla Corte d’appello è estremamente delicato. E non possiamo ignorare che una giovane ragazza perse la vita in circostanze drammatiche».
L’ivoriano si è sempre dichiarato innocente. A giugno ha ottenuto il primo permesso premio di 36 ore, trascorse al Gavac, un’associazione di volontariato. Appena martedì scorso l’ultimo: gli è stato concesso di uscire alcune ore e lui ne ha approfittato per pranzare in compagnia di amici in un ristorante nel centro storico di Viterbo. «Dobbiamo improntare la difesa ai criteri di rigore e di compostezza – conclude Camilli - nel rispetto del ruolo della Corte d’appello e di tutte le altre parti coinvolte nel procedimento».
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