Viterbese, il presidente Camilli: «Il sintetico prima al Pilastro e poi al Rocchi». Via ai lavori già a marzo?

Piero Camilli e il campo del Pilastro
di Andrea Arena
3 Minuti di Lettura
Sabato 14 Ottobre 2017, 11:31

Il Comune è in grado di fare il campo in sintetico al Pilastro? La risposta di Piero Camilli è una frase da mettere dentro i cioccolatini, al bacio: “Io a Grotte di Castro ne ho fatto uno per il calciotto, e siamo in duemila abitanti. A Viterbo già ne avrebbero dovuti fare quaranta, di campi...” Così, dopo il sopralluogo dell'altro giorno insieme all'assessore al Bilancio Luisa Ciambella e a quello ai Lavori pubblici Alvaro Ricci, il patron della Viterbese conferma. Allo storico “Vincenzo Rossi” presto spunterà l'erba, di quell'erba però che non fa, perché finta, indistruttibile, impossibile da usurare. Sintetica, insomma.

Camilli è pragmatico, si sa, e in questo caso è anche più che possibilista: “I presupposti ci sono – dice il Comandante – C'è solo da sistemare qualche aspetto burocratico, relativo ai finanziamenti. Ma sono aspetti che riguardano il Comune, è meglio parlare con loro”. E naturalmente il progetto non è a fine a sé stesso, ma ha prospettive ampie. Intanto sarebbe un valore aggiunto per tutto il quartiere del Pilastro: le strutture sportive non sono mai abbastanza, e basta farsi un giro in altre parti d'Italia (per tacere dell'Europa) per rendersi conto come siamo messi male qui. E poi c'è l'asse con l'Enrico Rocchi, destinato ad un futuro simile. Così la Viterbese si allenerebbe e giocherebbe sullo stesso fondo, come merita la squadra di una società che punta a grandi cose (e di grandi già ne ha fatte negli anni di Camilli). A proposito: non è che il presidente teme qualche promessa elettorale da parte dell'amministrazione uscente? Anche in questo caso, la risposta è folgorante: “Il campo lo faranno a marzo, le elezioni ci saranno a maggio. Nessun problema”, scherza – ma poi chissà – l'imprenditore grottano.

Al sopralluogo dell'altro giorno, per chiudere il cerchio, non c'era invece il consigliere comunale Francesco Serra, colui che negli ultimi anni ha fatto da ufficiale di collegamento tra Palazzo dei priori e via della Palazzina. “Non mi hanno avvertito, ma non è un problema – spiega Serra – Il mio è stato un ruolo di pungolo, di stimolo. Ora credo che siamo entrati in una fase avanzata, in cui tocca alle istituzioni. Mi interessa soltanto che il campo, i campi, si facciano. Da tifoso”. E in effetti il posto di Serra è sempre lì, in tribuna centrale, toscano in bocca, con la pioggia o con il sole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA