Il sindaco Michelini tenta l'ultima mossa anti-crisi

Il sindaco Michelini tenta l'ultima mossa anti-crisi
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 28 Gennaio 2016, 15:58

Roma, ultima tappa. Per l'amministrazione a trazione Leonardo Michelini è il giorno della verità. Ma il sindaco cerca l'anticipo: «Se serve lascio la presidenza dei Moderati e riformisti. Assessorati e carica di vice sindaco? Prima ricomponiamo, poi vediamo». L'opposizione però lancia l'appello: «Vediamoci dal notaio». E il dem Mario Quintarelli non si fa pregare: «Penso ci andremo domani».
Intanto tutti in pellegrinaggio nella Capitale da Lorenzo Guerini (vice di Renzi), il segretario regionale Fabio Melilli e il funzionario Riccardo Tramontana: vedranno il segretario provinciale Andrea Egidi, quello dell'unione comunale Stefano Calcagnini, il vice sindaco Luisa Ciambella e il capogruppo Francesco Serra. Nel mentre, i confronti per scongiurare il peggio proseguono. E qui si infila Michelini. «Non possiamo permetterci di non portare a casa – dice – quello che abbiamo costruito dopo le elezioni, sarebbe un delitto. C'è bisogno di rimettere insieme una serie di situazioni ma dobbiamo attendere l'incontro romano. Si è riaperto un minimo di dialogo su questioni utili alla causa». Sul piatto mette la presidenza dei Mo.Ri. «Se è necessario, lascio. È un mio segnale per essere figura super partes. D'altronde mi hanno eletto perché ero fuori dai partiti. Sono disponibile a incontrare chiunque voglia mettere insieme un discorso costruttivo per uscire dalla crisi. Carica di vice sindaco e assessorati in ballo? Prima sistemiamo le cose». Infine una risposta a Ugo Sposetti: «È un amico, ma quando dice che l'unica differenza con Marino sono gli scontrini, la prendo come una battuta».
Gli interlocutori però non mostrano molta predisposizione. «Restiamo sulle nostre posizioni – spiega Quintarelli, uno dei sette dem che vogliono chiudere – e penso che domani andremo dal notaio. Ormai tra noi ci sono situazioni di odio: anche mettendo insieme i cocci non dureremmo molto». Nessuna via d'uscita? «Abbiamo aumentato al massimo le tasse e ora scopriamo che ci sono un sacco di soldi. Non sappiamo più cosa rispondere ai cittadini. Aspettiamo l'incontro di Roma, ma mi pare difficile ricucire».
La minoranza li aspetta a braccia spalancate. «Siamo in.....i, come i viterbesi», sentenzia Claudio Ubertini (Fi). «Andare avanti sarebbe solo accanimento terapeutico», secondo Luigi Maria Buzzi (FdI-An). «Ho rimorso per aver contribuito a far eleggere Michelini, dottor Jekyll e Mr Hyde: andiamo dal notaio» è l'appello di Sergio Insogna (Gal) ai 7 dem, perché, fa notare Elpidio Micci (gruppo misto), «questa amministrazione è nata male e finirà peggio». All'attacco Gianmaria Santucci (FondAzione): «Sono i più incapaci degli ultimi 50 anni, ora cercano solo una soluzione per durare altri 3-4 mesi. Valutiamo di scrivere al Capo dello Stato perché noi chiediamo di discutere i loro provvedimenti e loro fanno sempre mancare il numero legale». La chiosa dell'ex sindaco Giulio Marini? «Hanno perso anche la dignità».
 
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