Inquinamento fiume Marta, con la tecnologia «trovati i punti deboli»: l'annuncio dell'Autorità di bacino

Inquinamento fiume Marta, con la tecnologia «trovati i punti deboli»: l'annuncio dell'Autorità di bacino
di Simone Lupino
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Novembre 2023, 05:20

Si è chiusa con successo la prima fase del lavoro della task force contro l’inquinamento del fiume Marta istituita lo scorso febbraio presso la prefettura di Viterbo con Autorità di bacino, Comuni, Regione, carabinieri e Talete. Compiuto un passo fondamentale per arrivare a rendere balneabili le zone intorno alla foce del fiume, a Tarquinia, di solito off limits a causa dei valori troppo alti di batteri (Escherichia coli).

E’ quanto rivelato dal segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale, Marco Casini, ospite venerdì a Medioera. “Siamo a metà dell’opera.

Abbiamo concluso il lavoro istruttorio di indagine. Attraverso un percorso a tappeto fatto con metodo siamo riusciti a individuare dove sono le pressioni, i punti deboli” lungo il fiume. In altre parole “dove è la causa principale” della contaminazione e “del fatto che poi l’acqua del mare lì non sia balneabile”. Scattata adesso la fase due, “quella propositiva e risolutiva del problema”, che tocca gli altri soggetti della task force. Gli interventi devono essere finalizzati “a evitare che ci siano sversamenti nel fiume che non ci devono essere”.

Un ruolo fondamentale per realizzare lo studio lo hanno svolto droni, satelliti, sensori. “Grazie a queste tecnologie è possibile creare un gemello digitale della realtà e quindi un sistema di monitoraggio e previsione per la gestione del territorio”. Tutto ciò applicato al Fiume Marta, “ha consentito di restituire una mappatura al centimetro di tutto il territorio e di individuare le problematiche stando comodamente seduti su una poltrona”. A questi apparati si aggiungerà presto il cane-robot “Spot”.

“Arrivare a questo risultato non era scontato”, ha sottolineato il presidente della commissione ambiente e lavori pubblici della Camera dei deputati, Mauro Rotelli, plaudendo al lavoro dell’Autorità di bacino. “Parliamo di un asta di fiume lunga 54 chilometri con tutte le sue intersezioni, dal lago di Bolsena a Tarquinia. Un monitoraggio del fiume non era mai stati fatto prima. Sopra si è trovato veramente di tutto. Naturalmente tutte le autorità preposte al controllo del territorio sono state informate dei risultati”. Una analisi chirurgica che ha permesso di distinguere le diverse problematiche : tra “la causa principale della non balneabilità delle acque” e il resto, “criticità locali sulle quali bisogna intervenire ma che non hanno effetti sulla foce. Banalmente, ad esempio, non tutti i comuni sono dotati di depuratori adeguati”.

A Medioera si è parlato anche del problema siccità e degli interventi previsti sulle infrastrutture della Tuscia al servizio dell'agricoltura: la pulizia della diga di Canino "colma di detriti e ghiaia al 75-80 per cento”. E poi la diga dell’Elvella, dove si punta a recuperare “250 mila metri cubi dalle operazioni di sfangamento”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA