Giunta al capolinea: i sette Pd stanno a guardare

Giunta al capolinea: i sette Pd stanno a guardare
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 31 Gennaio 2016, 18:20
I sette dichiarano forfait, in attesa dell'azzeramento della giunta o delle dimissioni del sindaco. Non si presenteranno domattina in seconda commissione e neanche martedì in consiglio comunale. Invocano una presa di posizione “ufficiale”, quella «mossa eclatante» chiesta a più riprese a Leonardo Michelini, che però in queste ore mantiene la linea del silenzio. E così rischia di saltare la nomina del collegio dei revisori dei conti.

Dopo la riunione tra i parlamentari Alessandro Mazzoli e Ugo Sposetti, il consigliere regionale Enrico Panunzi, il segretario provinciale Andrea Egidi e i sette democratici che hanno firmato il documento di sfiducia al sindaco, la posizione emersa è quella dell'attesa. Domani c'è da votare l'ordine del giorno sui revisori dei conti in commissione. Ne fanno parte due di loro – Marco Volpi e Mario Quintarelli – ma la loro assenza è data per certa. Non è escluso che qui l'opposizione voti il punto, in modo che sia inserito nell'ordine dei lavori in consiglio, ma riservandosi di stabilire il da farsi il giorno successivo, in aula. Anche perché sulla mancata nomina pendono già i ricorsi al Tar.

Perché i sette non vogliono andare? A causa della mancanza di risposte da parte di Michelini, dopo il faccia a faccia di venerdì con il capogruppo Francesco Serra. Puntano a un azzeramento della giunta o alle dimissioni del sindaco, che considererebbero come una mezza ammissione di colpa della crisi in atto ormai da un mese e mezzo. Michelini al momento non ci pensa proprio. Dopo martedì, giorno per giorno i sette vedrebbero l'evoluzione della situazione, tenendo calda l'ipotesi di raccogliere eventualmente le firme insieme alla minoranza prima del 24 febbraio, termine ultimo per cadere e andare al voto il 12 giugno ed evitare il commissariamento lungo.
Resta in piedi il Nazareno: mercoledì alle 18 dovrebbero esserci tutti i parlamentari e consiglieri regionali della Tuscia, al cospetto di Guerini e Melilli. Questo potrebbe essere indice di un discorso con al centro non solo la crisi di palazzo dei Priori: magari si potrebbe guardare la Tuscia in un'ottica più generale.
 
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