Perugia, incarico all'Arpa da 140mila euro l'anno al super manager pensionato: assolta la giunta Marini

Walter Ganapini ex direttore di Arpa Umbria
di Egle Priolo
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Sabato 20 Aprile 2024, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:17

PERUGIA - Un curriculum straordinario, tanto da ottenere un incarico quinquennale nonostante fosse sulla via della pensione. Un «illecito» secondo la procura della Corte dei conti che ha chiesto di far condannare al pagamento di ben 288.466,18 euro non solo il super manager Walter Ganapini, nominato direttore dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente nel 2014 e fino al 2019, ma anche cinque dirigenti e dipendenti regionali (Daniela Rossi, Catia Bertinelli, Stefano Strona, Giampiero Antonelli e Stefano Guerrini), più quasi tutta la giunta regionale di quegli anni che firmò la nomina: Catiuscia Marini, Carla Casciari, Fernanda Cecchini, Vincenzo Riommi, Silvano Rometti, Stefano Vinti e Fabio Paparelli, con tre assessori salvati da un’assenza.
Ma alla fine di ben 29 pagine di sentenza, la Corte dei conti presieduta da Piero Carlo Floreani ha assolto tutti: nessun illecito e soprattutto nessun danno all'erario. 

I tredici si sono visti addebitare dalla procura contabile la richiesta di rifondere quei quasi 300mila euro, pari allo stipendio che il direttore generale dell’Arpa ha ricevuto negli ultimi due anni del suo prestigioso e oneroso incarico. Perché? Perché quando il 21 novembre 2014 la giunta regionale lo nominò, dopo una selezione di curricula svolta dagli uffici preposti, Ganapini aveva 63 anni. E a 66 è andato in pensione, ma ha proseguito come dg per gli altri due anni previsti dall’incarico quinquennale. E allora? La procura non ha avuto dubbi e ha contestato come gli ultimi due anni di stipendi fossero illegittimi per la legge che dal 2014 prevede che i pensionati non posso assumere incarichi pubblici se non per un anno e comunque a titolo gratuito. 
Ma i giudici hanno invece dato ragione alla tesi difensiva, portata avanti dagli avvocati Rossella Ognibene, Nicola Pepe, Patrizia Bececco, Delfo Berretti, Federica Pala, Enrico Menichetti, Mauro Renna, Nicola Sabbini, Daniela Amati, Rebecca Santoro e Francesco Falcinelli.
«I responsabili dell'Arpa – spiegano i giudici nella sentenza pubblicata venerdì 19 aprile -, nell'approssimarsi del raggiungimento dell'età pensionabile da parte di Walter Ganapini, si erano posti il problema della incidenza di tale circostanza sulla prosecuzione del rapporto ed avevano chiesto un parere pro veritate agli avvocati Giovanni Tarantini e Paolo Sportoletti, i quali, con atto del 16 novembre 2016, hanno rassicurato i richiedenti sul fatto che, essendo stato conferito l'incarico quando il soggetto non era in quiescenza, la normativa in questione (d.l. n.95 del 2012 e d.l. n. 90 del 2014) non era applicabile al caso loro prospettato». E inoltre, insiste la Corte, «va, infine, osservato che la contestazione circa l'asserito obbligo di monitorare la situazione anagrafica dell'incaricato per tutta la durata dell'incarico (pure legittimamente conferito), non trova riscontro in una specifica disposizione legislativa o regolamentare, ma può trovare rispondenza soltanto sul piano del generale dovere di efficacia dell'azione amministrativa , il quale, in presenza di una rappresentazione completa circa la problematicità del conferimento dell'incarico che si considera, avrebbe potuto orientare l'amministrazione diversamente, se del caso attraverso  l'apposizione di un termine di durata più contenuto e coerente con la portata del vincolo legale e, in definitiva, con l'inconferibilità». Richiamando anche la giurisprudenza del Consiglio di Stato, insomma, secondo la Corte dei conti «emerge la sostanziale mancanza di antigiuridicità della condotta dei convenuti, il che comporta, oltre all'inesistenza del danno per l'erario, il rigetto della domanda». 
«Accogliamo con soddisfazione l’esito assolutorio della sentenza della Corte dei conti dell’Umbria emessa – tra gli altri – nei confronti di Catiuscia Marini, già presidente della Regione Umbria, e della sua giunta – ha commentato l'avvocato Nicola Pepe -.

Abbiamo sempre avuto fiducia che venisse riconosciuto la correttezza dell’agire dell’amministrazione regionale nella vicenda relativa alla nomina del direttore generale dell’Arpa Umbria, Walter Ganapini. La Sezione giurisdizionale dell’Umbria ha approfondito il caso, di rilievo e complessità, accertando l’insussistenza di qualsiasi profilo di antigiuridicità nell’operato degli amministratori».

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