Estate, emergenza stagionali. La Cisl: «Colpa di paghe troppo basse e turni massacranti»

Estate, emergenza stagionali. La Cisl: «Colpa di paghe troppo basse e turni massacranti»
di Luca Telli
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Martedì 9 Maggio 2023, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 18:18

«Penso che prima di gridare ai quattro venti che i giovani non hanno voglia di lavorare bisognerebbe fermarsi un attimo e capire cosa si sta loro offrendo». Dietro alla crisi degli stagionali c’è, per il segretario della CISL Fortunato Mannino, una realtà ben più complessa e articolata: fatta di contratti precari, di ammortizzatori sociali che mancano e, in alcune occasioni, di lavoro nero.

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«Non dobbiamo avere paura di dire le cose come stanno – continua –. Per una fetta di imprese che propongono contratti adeguati ce n’è un’altra che non garantisce i diritti fondamentali del lavoratore».

Orari di lavoro estenuanti, spesso senza giorni di riposo, «e ancora paga bassa e senza straordinari retribuiti: queste sono le ragioni che allontanano i giovani dal lavoro stagionale». Chi accetta condizioni limite «spesso non ha scelta, ma le tutele non sono un’opzione, sono un diritto e come tali vanno richieste e applicate: non si può fare cassa sul personale».

Stronca Mannino la voce che fino allo scorso anno ha riempito le piazze virtuali: «non è colpa del reddito di cittadinanza se mancano lavoratori» piuttosto, insieme a contratti poco attrattivi, di un’altra ragione importante. «Fino a cinque anni fa gli stagionali avevano ricevevano un’indennità di 6 mesi per altrettanti di contributi versati – aggiunge Mannino -.

Poi le regole sono cambiate, il sostegno erogato a fine stagione è stato dimezzato a 3 mesi: è la natura stessa del provvedimento a spingere i lavoratori lontano dall’occupazione stagionale».

Garanzie più basse da parte dello Stato: «dal quale, invece, servirebbe una spinta maggiore nell’ottica di una fidelizzazione del lavoro stagionale», che hanno spinto molti a guardare oltre «ad un maggiore solidità economica che, per esempio, il settore dell’edilizia è stata in grado di dare in questi anni sulla spinta dei bonus». Che il fenomeno non sia del resto nato oggi, ma solo esploso, lo certificano anche associazione di categoria e imprenditori che lamentano una progressiva difficoltà nel reperire lavoratori da tre anni a questa parte.

Se per il segretario della CISL diventa quindi fondamentale, se non un ritorno al passato, accendere la luce (e migliorare) la struttura delle indennità degli stagionali, altrettanto è alzare la soglia salariale: «Prestare lavoro ad una paga dignitosa è un bene per tutto il settore perché stimola la professionalizzazione del settore: un vantaggio anche per le aziende che, in questo modo, possono disporre di un servizio migliore da offrire ai clienti».Parole che, precisa, «vanno in direzioni opposta rispetto ad un muro contro muro con le imprese alle quali, anzi, chiediamo dialogo per trovare la soluzione migliore per tutelare bilanci e lavoratori».

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