La stretta su bonus facciate e 110% decisa dal governo martedì con l’approvazione del documento programmatico di bilancio spaventa in parte le aziende viterbesi: secondo Andrea Belli, presidente di ANCE (associazione nazionale costruttori edili), il settore continuerà la sua corsa «sebbene con una spinta inferiore e il calo di appeal che gli incentivi hanno generato nell’ultimo anno».
Ogni considerazione è comunque rimandata ai prossimi giorni quando sarà messo nero su bianco il testo definitivo della manovra per il quale, ad ogni modo, sembrano escluse modifiche rilevanti a quanto annunciato. «L’unico aspetto negativo è la tempistica – spiega Belli -. L’edilizia ha bisogno di tempi di programmazione lunghi e questo potrebbe essere un problema».
Nei progetti del governo due saranno le modifiche sostanziali: la mancata proroga del bonus facciate del 90% oltre il 2021 e l’esclusione delle villette e degli edifici composti da due a quattro unità immobiliari indipendenti (e distintamente accatastate) dalla proroga al superbonus prevista fino al 31 dicembre 2023; proroga all’interno della quale saranno invece compresi i condomini e gli Istituti autonomi case popolari (o equivalenti) secondo un meccanismo di décalage: conferma del bonus al 110% nel 2023, riduzione al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
«Lo stop del bonus facciata avrà qualche conseguenza sulle abitazioni all’interno dei centri storici – aggiunge Belli -.
La possibilità che si crei un collo di bottiglia, una strozzatura delle richieste nel mercato e uno stop all’accesso al bonus dettato dai rallentamenti che hanno costretto migliaia di imprese e famiglie a rinviare i cantieri, è un’eventualità reale ma davanti alla quale si apre un’altra strada. Saranno infatti prorogate al prossimo anno le due agevolazioni del 50% per il recupero e le ristrutturazioni edilizie semplici e del 65% per gli interventi di efficientamento energetico che non rientrano nel superbonus.
Sulla polemica scatenata intorno alla decisione di escludere dal 110% le villette, la logica del governo è l’equità sociale e la correzione di una stortura del bonus l’accesso al quale è identico per ricchi e meno ricchi superabile secondo la direzione generale di Ance «con l’introduzione di un limite di reddito per l’accesso al superbonus», Belli commenta: «Forse sarebbe stato meglio trovare altre soluzioni, ma per i prossimi anni vedo ancora espansione per il settore edile e la sua lunga filiera».