Accoltellato in centro, aperto un fascicolo per omicidio volontario. Martedì sera Ruslan Donca, muratore 44enne moldavo, è stato colpito con due coltellate ed è morto poche ore dopo all’ospedale Belcolle, dove era stato trasportato in condizioni disperate. Il decesso - i fatti sono avvenuti in via Bussi nel centro storico di Viterbo, su cui stanno ancora indagando gli agenti della Squadra Mobile di Viterbo, coordinati dal sostituto procuratore Davide Palmieri - ha fin da subito assunto i contorni del mistero.
Tutto è iniziato martedì sera poco prima dell’ora di cena. La vittima e il fratello erano a piazza Martiri D’Ungheria e avrebbero iniziato a discutere animatamente, tanto da richiamare l’attenzione di alcuni passanti che hanno chiamato il 112. Poco dopo gli agenti della Volante sono arrivati davanti ai due moldavi cercando di farli ragionare. E quando le acque sembravano ormai essersi calmate li hanno lasciati tornare verso la loro abitazione a due passi da Corso Italia. Ma ad entrare nell’appartamento, dove si è consumata la tragedia, sarebbe stato solo Ruslan. Nella casa, che condivideva con altri tre nazionali, il 44enne ha trovato la morte per accoltellamento. Qualcuno lo avrebbe colpito prima al collo e poi all’addome.
Uno dei coinquilini avrebbe chiamato la polizia, affermando che Ruslan si era ucciso. «Si è chiuso in bagno e si accoltellato», avrebbe detto uno degli indagati.
L’abitazione in via Bussi, sotto sequestro, avrebbe rivelato altri dettagli importanti. Il pm, nella tarda serata di ieri, ha aperto un fascicolo e avrebbe iscritto i primi nomi sul registro degli indagati, dove non sarebbe presente quello del fratello, che al momento della tragedia non era in casa. I sospetti degli inquirenti ricadono, per ora, sui tre moldavi presenti in casa. A fornire indicazioni utili per sciogliere ogni ulteriore dubbio sulla dinamica sarà l’autopsia. Stamattina il medico legale, incaricato dalla Procura, effettuerà gli esami post mortem sulla salma del muratore.