Litorale, immigrati al lavoro per paghe da fame e senza sicurezza: indagate 6 persone per 4 aziende

Litorale, immigrati al lavoro per paghe da fame e senza sicurezza: indagate 6 persone per 4 aziende
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Giovedì 10 Novembre 2022, 11:52

Immigrati reclutati nei centri di accoglienza e costretti a lavorare nei campi per una paga da fame, senza dispositivi di sicurezza ed esposti alle intemperie: indagate sei persone e 4 aziende.

I carabinieri della stazione di Montalto di Castro, in collaborazione coi militari del Nucleo ispettorato del lavoro di Viterbo, hanno dato esecuzione a ordinanze cautelari emesse dal gip del Tribunale di Civitavecchia: un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e 3 provvedimenti interdittivi dell’attività imprenditoriale nel settore agricolo, nei confronti di 4 persone, titolari di altrettante aziende agricole tra Tarquinia e Montalto.

Sono tutte ritenute responsabili, a vario titolo, del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, il cosiddetto caporalato. Nell'ambito del procedimento, sono sei in tutto gli indagati. Le indagini,  spiegano dall’Arma, “hanno consentito di riscontrare sul litorale l’esistenza di una consorteria che con ogni probabilità aveva posto in essere un consolidato e diffuso sistema di sfruttamento del lavoro, di cui beneficiavano alcune aziende agricole del posto”.

E' stato accertato che tre di esse si erano affidate a un cittadino pakistano, il quale per mezzo di due società a lui riconducibili reclutava manodopera tra i propri connazionali e tra cittadini nordafricani ospiti di centri di accoglienza della zona, in alcuni casi clandestini privi di permesso di soggiorno.

Da cui. "profittando del loro stato di bisogno gli operai erano costretti a lavorare giornalmente, anche elle intemperie, senza alcuna tutela giuridica, sprovvisti di idoneo abbigliamento e dispositivi di protezione individuale e senza la necessaria formazione professionale".

Il tutto, in base alle indagini, per una paga nettamente inferiore a quella prevista dai contratti del lavoro”.

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