Frasi Berlusconi su Di Pietro, ammissibile
ricorso su conflitto di attribuzione

Berlusconi e Di Pietro in un fotomontaggio davanti al tribunale di Viterbo
2 Minuti di Lettura
Venerdì 21 Giugno 2013, 12:19 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 12:17
VITERBO - La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato nei confronti della Camera dei deputati, relativamente alla insindacabilit delle opinioni espresse da Berlusconi nei confronti di Di Pietro. All'indomani del rigetto del ricorso sul legittimo impedimento, la Corte Costituzionale è tornata indirettamente ad occuparsi di Silvio Berlusconi, dichiarando ammissibile un conflitto di attribuzione

tra poteri dello Stato sorto in seguito ad una delibera della Camera del settembre 2010.



L'aula di Montecitorio aveva dichiarato coperte da immunità parlamentare alcune affermazione fatte in un comizio a Viterbo dall'ex premier contro Antonio Di Pietro. Ma il giudice di pace del tribunale viterbese, dove pende un processo per diffamazione a carico di Berlusconi, ha sollevato il conflitto tra poteri ritenendo che la delibera di insindacabilità della Camera abbia ecceduto la sfera di attribuzioni parlamentari; e abbia comportato una compromissione delle prerogative dell'autorità giudiziaria. Il conflitto sarà affrontato dalla Consulta entro fine anno.



Nel comizio al palazzetto dello sport di Viterbo, il 26 marzo 2008, Berlusconi aveva attaccato Di Pietro dicendo - secondo quanto riportato nel capo di imputazione del procedimento - che il leader dell'Idv si era laureato «grazie ai Servizi», che «a Montenero di Bisaccia (paese di Di Pietro, ndr) nessuno sapeva che si stava laureando, nemmeno i suoi genitori». E ancora: «Ho orrore di Di Pietro, rappresenta il peggio del peggio».



Avviato il procedimento penale in seguito ad una querela di Di Pietro, Berlusconi era stato dichiarato non punibile, alla luce della decisione della Camera, per aver agito nell'esercizio della funzione parlamentare. Su ricorso del pm, la sentenza era stata annullata dalla Cassazione, con rinvio degli atti ad altro giudice di pace di Viterbo, che ha sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA