Bagnaia, bancomat fuori servizio da venti giorni: protestano i residenti (e i turisti)

Bagnaia, bancomat fuori servizio da venti giorni: protestano i residenti (e i turisti)
di Luca Telli
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 11:50

Bancomat in piazza XX Settembre fuori uso da due settimane, monta la protesta a Bagnaia. Disagi per i residenti ma non solo, «in questi giorni abbiamo ascoltato le lamentele di decine di turisti». L’unico altro bancomat in funzione (per una frazione che conta più di cinquemila persone), è quello all’esterno dell’ufficio postale, in un’area decentrata, scomoda e difficile da raggiungere per i turisti che non conoscono la zona.

Segnalazioni per il disservizio, spiegano ancora i residenti, sono state fatte «ma di interventi neppure l’ombra». E ora, che la stagione estiva sta entrando nel vivo ed aumenta il flusso di turisti in direzione di Villa Lante e del borgo medievale, «speriamo che qualcosa di muova. Non stiamo dando una bella immagine e non è la prima volta». Già tempo fa, infatti, il servizio era stato interrotto. E non erano mancati piccoli disservizi temporanei durati, per fortuna dei residenti, lo spazio di un giorno o poco più.

Abbastanza, comunque, per sollevare polemiche per un disagio amplificato dall’assenza di uno sportello bancario (e di una sede) sul territorio dopo che, quasi due anni fa, l’ultimo istituto di credito ha lasciato il territorio. «La mancanza di un bancomat è un problema serio – continuano i residenti -, oltre che per i turisti, ai quali siamo stanchi di dare sempre giustificazioni, c’è da considerare le difficoltà che si creano per anziani, per chi ha problemi di salute o non è automunito, costretti a spostarsi nella frazione di La Quercia o in una delle banche presenti a Viterbo per accedere ad un servizio che è innegabile essere di primaria importanza».

Per la frazione di Bagnaia è solo l’ultimo dei tanti problemi.

Gli altri, che tirano in ballo la giunta Frontini alla quale una parte dei residenti ha fatto sentire la sua voce, riguardano decoro urbano, parcheggi, e un piano del commercio per il rilancio del settore ridotto ormai all’osso. Nel giro di dieci anni, infatti, il numero di saracinesche abbassate è aumentato progressivamente trasformando il borgo in un triste quartiere dormitorio.

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