Bacia in bocca una bimba, a processo

Il tribunale di Viterbo
di Maria Letizia Riganelli
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Martedì 19 Marzo 2024, 05:20
Bacia in bocca una bimba, a processo davanti alla Corte d’Assise. E’ iniziato ieri mattina il procedimento per violenza sessuale aggravata a un 35enne nato in Romania ma residente a Civita Castellana. 
L’uomo a ottobre del 2019 in preda ai fumi dell’alcol si avvicinò a bambina, che non aveva ancora compiuto 10 anni, e iniziò ad accarezzarle i capelli. Ma quella che sembrava una mossa innocente divenne in un lampo violenza. Questo perché l’uomo non si fermò ai capelli, ma afferrò la bambina e iniziò a baciarla in bocca. La scena avvenne in un luogo pubblico e sotto gli occhi di diverse persone, tra cui la mamma della bambina che subito strappò la figlia dalle mani dell’uomo e corse dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. 
Durante la fase di indagine, anche per tutelare la piccola vittima, non fu eseguito l’incidente probatorio. Ieri mattina la Corte d’Assise, dopo l’ammissione prove, ha stabilito che prima di ascoltare la bambina (in modalità protetta) dovrà essere effettuata una perizia sulla capacità di testimoniare. Un passo, definito dal presidente della Corte d’Assise Francesco Oddi, fondamentale per procedere con le dovute cautele. L’incarico sarà affidato alla dottoressa Milena Mazzolini. 
Non è usuale che un caso di violenza sessuale finisca davanti alla Corte d’Assise, solitamente il reato viene giudicato da un collegio di giudici. Questa violenza però è particolarmente “aggravata”. L’imputato, difeso dall’avvocato Silvia Grasso, è accusato infatti di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima (meno di 10 anni), dall’averlo fatto completamente ubriaco e in un luogo pubblico. «Perché - si legge nel capo di imputazione - in luogo pubblico e in evidente stato di ebbrezza alcolica, dapprima accarezzava i capelli della minore e successivamente le dava un bacio in bocca, costringendola a subire atti sessuali». 
La Corte di Assise, infatti, è competente per i delitti per i quali la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a ventiquattro anni. E potrebbe essere questa la pena se la violenza sessuale sulla bambina dovesse essere provata e confermata. Le aggravanti contestate potrebbe far aumentare esponenzialmente la pena prevista. 
A sostegno della pubblica accusa, la titolare del fascicolo è la pubblico ministero Paola Conti, ci sono tre testimoni, tra cui la mamma della bimba che ieri si è costituita parte civile con l’avvocato Walter Pella; per la difesa invece i testimoni sono solamente due. Tutti però saranno ascoltati solo dopo che la piccola vittima sarà stata sottoposta a perizia per accertare la sua capacità di testimoniare. Se la dottoressa darà l’ok anche lei racconterà cosa è successo quel giorno di ottobre di 4 anni fa, quando era a spasso con la mamma. L’audizione, ovviamente, avverrà in modalità protetta, con l’ausilio di psicologi e le domande delle parti saranno poste dal presidente della Corte. La piccola non vedrà nessuno, se non la psicologa o l’assistente sociale che la metterà a suo agio. 
La prossima udienza è stata fissata per il 22 aprile, ma l’istruttoria vera e propria sarà calendarizzata più avanti. 
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