Addio all'Apea, rabbia e delusione del presidente del consorzio: «Frontini voleva uscire da sempre, l'ho scoperto poco alla volta»

Enzo Mancini, dopo le promesse in campagna elettorale: «Non ci hanno dato spiegazioni, dobbiamo pure fargli il favore di chiudere»​

Addio all'Apea, rabbia e delusione del presidente del consorzio: «Frontini voleva uscire da sempre, l'ho scoperto poco alla volta»
di Massimo Chiaravalli
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Mercoledì 10 Maggio 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 18:37

«Tutto tempo perso. Sono cinque anni che perdo tempo. Questa amministrazione? Notte fonda». Apea, un progetto abortito per una firma. Quella che non ha volutamente messo il Comune. Nelle parole del presidente del consorzio, Enzo Mancini, trapela tutta la delusione per un sogno infranto. La voglia di toccare ancora l’argomento è prossima allo zero: «Lasciamo perdere». Il Poggino perde definitivamente la possibilità di partecipare ai bandi europei, scopo per cui è nata l’Apea. Si tratta di milioni di euro. Due anni fa in questo periodo, ad esempio, durante le diatribe con Arena se ne perdeva uno da 11 per la sistemazione delle acqua bianche.

Mancini, cosa è successo?
«Cosa devo dire? Se abbiamo amministratori che non sono competenti poi i risultati sono quelli che sono. Lasciamo perdere, è inutile fare polemica o aggiungere altro. Lasciamo perdere e sciogliamo tutto».

Sembrava prospettarsi una soluzione positiva dopo le parole della sindaca Chiara Frontini in campagna elettorale.
«No, sono quattro anni che sto perdendo tempo con questi signori, chiudiamo questa cosa».

Qual è il motivo della marcia indietro?
«Nulla di nuovo che sia successo, perché nulla è stato fatto. Semplicemente nessuno ha dato mai una spiegazione, quali sono le motivazioni per cui l’amministrazione non ha voluto partecipare a questo progetto, sebbene con l’amministrazione di Leonardo Michelini era stata presa in considerazione. Forse lì c’è stato qualche atto fatto male, ma all’interno del Comune, quindi poteva essere sanato. Ma nessuno lo ha voluto fare, con Arena sappiamo come è andata».

E poi?
«È venuta la signora (Chiara Frontini, ndc) ma lasciamo perdere, è come andare di notte: stesso verso».

Eppure la sindaca voleva far entrare il Comune nell’Apea, c’era stato anche un incontro con gli imprenditori al Poggino.
«Sono stati fatti incontri, ho perso tempo.

Ho fatto anche una riunione in Comune circa un mese fa dove lei non c’era: c’era la segretaria generale. È tutta gente che non ha voglia di fare nulla».

Nessuna motivazione è arrivata sulla marcia indietro?
«Finiamola, gli dobbiamo fare pure il favore di trovare il modo di chiudere questa cosa».

Non l’ha già chiusa la Regione Lazio?
«Sì ma per conto suo. Potremmo fare questo: il Comune in ogni caso non vuole partecipare, noi potremmo farlo uscire e presentare di nuovo domanda in Regione. Ma siccome non siamo un consorzio privato ma pubblico, perché le superfici sono del Comune, che senso avrebbe? Significa spendere tempo e soldi per non fare nulla».

Quindi addio Apea così.
«Sì, è una cosa vergognosa. Servirebbe il progettino, ricominciare daccapo dopo che ci stiamo dietro dal 2018. Ammesso che la Regione lo approvi, poi cosa potremmo fare che sia solo interesse delle aziende e non dell’amministrazione? Niente, o poco. Potremmo fare il recupero di plastica e cartone, ma non c’è omogeneità, nulla che possa dare qualcosa di sostanzioso. È bene chiudere e non parlarne più».

E il famoso contratto firmato con gli imprenditori in campagna elettorale?
«Era loro intenzione non fare nulla, io l’ho scoperto piano piano, tassello per tassello: dicevano noi usciamo, poi voi rifate la domanda. L’Università si presterebbe pure a fare il progettino per avere poi un’approvazione, forse, dalla Regione a fare un consorzio senza l’amministrazione. Qualunque opera qui al Poggino dovrebbe essere sottoposta all’approvazione del Comune, perché non sarebbe come all’Acquarossa o a Civita Castellana, che sono dei consorzi privati. Questa è un’altra cosa. È tutto abbastanza deludente».

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