Altro che libertà. Per un parroco potrebbe essere sufficiente una frase tratta dal Catechismo della Chiesa cattolica per finire nei guai mentre predica in chiesa: «Gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Oppure ancora: gli atti omosessuali «sono contrari alla legge naturale, precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati».
In tre precisi punti il Catechismo cesella con minuzia la grande questione della omosessualità. La formulazione, così come è stata stabilita in base al Magistero, potrebbe effettivamente costare cara a preti, vescovi, sacerdoti durante la loro predicazione se solo dovesse essere approvato il ddl Zan, così come è all'esame del Parlamento.
L'omosessualità per la Chiesa - L’idea di fondo per la Chiesa è che questi atti non siano in armonia col disegno creatore di Dio. La domanda che corre in questi giorni alla Cei e in Vaticano è cosa succederà se durante una omelia un religioso dovesse ripetere a memoria questi princìpi cattolici o, addirittura, recitare per intero le parti del Catechismo interessate.
Ecco quali sono:
2357 - « L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso.
2358 - «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
2359 - «Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana».
Tanto rumore per nulla! È pacifico da tempo che i diritti personali degli omosessuali (sia singoli, sia in coppia) vanno tutelati dallo Stato. Ma l’unione civile non è matrimonio.
— Bartolomeo Sorge (@BartolomeoSorg1) October 22, 2020
Il ddl Zan - In questi giorni un comunicato della Cei ha ribadito che occorre cambiare il testo del ddl Zan. «Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna. In questi mesi sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative».