Città del Vaticano - Giallo sul monsignore fantasma che ha millantato agganci papali prospettando udienze con Francesco ma che in curia non figura da nessuna parte. La denuncia su un sedicente dipendente della Prefettura della Casa Pontificia è stata depositata nella cancelleria del Tribunale vaticano il 26 aprile scorso e riguarda un misterioso sacerdote che manda email a destra e a manca, e sembra effettivamente disporre dell'agenda papale, promettendo incontri con Papa Bergoglio a Santa Marta.
Chi ha scoperchiato questo caso bizzarro costituendosi parte civile e chiedendo i danni morali e materiali arrecati dai comportamenti di don Andrea Andreani – questo il nome del sedicente religioso – per avere millantato «vicinanza al Santo Padre attribuendogli fatti, parole, stati d'animo e a causa di ciò arrecando turbamento e pregiudizio» è Enrico Rufi, giornalista di Radio Radicale e padre della ragazzina – Susanna – morta improvvisamente durante la Giornata Mondiale della Gioventù, in Polonia, cinque anni fa, per un attacco di meningite fulminante.
Sulla vicenda sconcertante di questo sacerdote misterioso il tribunale vaticano non ha ancora preso alcuna decisione in merito, né ha mai avvisato il richiedente (come ha chiesto espressamente) di una eventuale archiviazione da parte del Promotore di Giustizia.
Il misterioso sacerdote spunta come un fungo nel 2018 sul cammino della famiglia Rufi, fortemente provata dal dolore, quando un collaboratore di Radio Radicale, Massimiliano Coccia, «si attivava per cercare di ottenere una udienza privata in Vaticano tra il Papa e una delegazione dei Radicali per parlare della riforma dell'ordinamento penitenziario, tema assai caro al pontefice».
Al direttore di Radio Radicale il primo maggio arrivava una prima mail nella quale venivano riportate le dettagliate indicazioni della Prefettura della Casa Pontificia per l'udienza che si sarebbe tenuta il 15 maggio 2018, alle 10,45.
La famiglia Rufi a questo punto, volendo capire perché qualcuno stava strumentalizzando il proprio dolore, ha iniziato a fare indagini chiedendo in Vaticano conto di questo Andrea Andreani. Voleva capire soprattutto il motivo di questa strumentalizzazione e di come questo monsignore faceva a conoscere la storia di Susanna. Il padre, giornalista, ha così contattato diversi organi vaticani per capire se il fantomatico don Andrea Andreani esisteva o meno ma da un controllo effettuato anche dalla gendarmeria appurava che quel nome era sconosciuto.
«Ho interpellato numerose autorità vaticane ma le persone da me sentite hanno sempre escluso che un sacerdote possa portare avanti una corrispondenza ufficiale con l'esterno per fissare un appuntamento con il Papa» si legge nella denuncia.
La famiglia Rufi a questo punto decide di rivolgersi alla magistratura vaticana per chiedere l'identificazione di don Andrea Andreani «sedicente dipendente della Prefettura della Casa Pontificia e nel caso non vi fosse alcun riscontro della sua esistenza e che pertanto risultasse opera di fantasia che venga identificato e punito chi abbia inventato questo personaggio millantando vicinanza al Santo padre attribuendogli fatti parole stati sidanimo e a causa di cio arrecandomi turbamento e pregiudizio».