Aborto, nel Principato di Andorra il Vaticano alle prese con un groviglio istituzionale unico in tutto il mondo

Aborto, nel Principato di Andorra il Vaticano alle prese con un groviglio istituzionale unico in tutto il mondo
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 15:59

Nel microstato di Andorra, situato sui Pirenei tra la Francia e la Spagna, dove si sta consumando un enorme dilemma etico e politico sulla possibile depenalizzazione dell'aborto, il Vaticano è stato chiamato a sbrogliare un groviglio diplomatico e istituzionale intricatissimo. Un vero rebus. Il dibattito in corso sulla depenalizzazione tocca da vicino la governance del Principato in cui l'attuale costituzione mantiene in vita un sistema unico al mondo, risalente al 1278, in cui gli attuali Co-principi - da una parte il vescovo di Urgell e dall'altra il Presidente della Repubblica francese - svolgono in modo congiunto ed indivisibile le funzioni di Capo dello Stato (si tratta dell’unico Stato in cui due funzionari stranieri agiscono congiuntamente come capo di Stato).

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Al momento nell'Unione Europea c'è un solo paese in cui l'aborto è vietato in tutte le sue forme – si tratta di Malta – oltre che il Principato di Andorra dove vige il divieto in tutte le ipotesi, compresi i casi di stupro, malformazione del feto o rischio per la donna.  Nel codice penale approvato nel 2005, l'aborto è tra i reati «contro la vita umana prenatale» e distingue tre casi: non consensuale, consensuale e imprudente prevedendo diverse pene, fino all'arresto della donna.

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Il fattore che contribuisce a mantenere le attuali politiche pro-life è la posizione di uno dei due co-Principi, il vescovo Joan-Enric Vives, vescovo di Urgel il quale ha più volte minacciato di dimettersi dal suo incarico, causando così una crisi istituzionale, nel caso in cui il Consiglio Generale dovesse un giorno approvare una eventuale depenalizzazione.

Dall'altra parte, invece, l'altro co-Principe Macron, Presidente della Francia ha acceso la miccia al Parlamento europeo l'anno scorso ipotizzando di includere l'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. In una recente visita al Principato, Macron ha anche detto di avere sempre difeso il diritto delle donne di disporre del proprio corpo, ma che non può dire ad Andorra cosa dovrebbe fare.

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Visto che l'aborto è vietato in questo microstato di 77 mila abitanti  le donne che decidono di ricorrere all'interruzione di gravidanza devono spostarsi in Svizzera, negli ospedali francesi o spagnoli con costi che non tutte possono permettersi. A cercare di sbrogliare la matassa diplomatica la scorsa settimana Papa Francesco ha spedito ad Andorra il cardinale Pietro Parolin che si è detto fiducioso di poter trovare «una soluzione soddisfacente per tutti» di fronte al dibattito sulla depenalizzazione. In una conferenza stampa fatta insieme al capo del governo, Xavier Espot, al Santuario di Meritxell, dove aveva precedentemente presieduto una messa ha detto che depenalizzare l'aborto è una questione «molto delicata e complessa» che deve essere affrontata con un dialogo costante e molta discrezione, ossevando che le parti stanno lavorando. Parolin, ha informato Vatican News, ha ripetuto il principio fondamentale della Chiesa cattolica della difesa della vita in tutte le sue fasi, aggiungendo che occorre aiutare tutte le persone che si trovano in difficoltà, incluso le donne incinte.

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Nel 2008. Santa Sede e Principato di Andorra hanno firmato un accordo diviso in sei parti, in cui in 16 articoli si definisce il ruolo del vescovo di Urgell, lo statuto giuridico della Chiesa cattolica ad Andorra, il matrimonio canonico, l’insegnamento della religione nella scuola, il sistema economico della Chiesa.

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