Spoleto, 40 minuti per un'ambulanza. «Mia madre morta in attesa dei soccorsi»

La denuncia del figlio di una signora colta da malore lunedì sera

Il Pronto soccorso dell'ospedale
di Ilaria Bosi
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 06:56
SPOLETO Colta da un malore nella sua abitazione, a circa tre chilometri e mezzo dall’ospedale, è morta in attesa che arrivasse l’ambulanza. Perché nella zona di Passo Parenzi, lunedì sera, nel giro di 20 minuti è arrivata la sola guardia medica, sguarnita dei presidi necessari in caso d’urgenza, mentre l’ambulanza è arrivata dopo circa 40 minuti. A denunciare l’accaduto sui social è stato martedì il figlio della donna, un noto avvocato impegnato anche nell’associazionismo di protezione civile. Il suo post, rimbalzato anche in alcuni gruppi che si occupano della difesa dei servizi sanitari, ha sconcertato e indignato: «Mamma – scrive il professionista – muore a Spoleto ieri sera senza la possibilità di un tentativo di soccorso professionale. L’ospedale di Spoleto invia la sola guardia medica dopo 23 minuti dalla richiesta dell’ambulanza con rianimatore; l’ambulanza arriva dopo 40 minuti dalla prima richiesta. Mi dispiace Mamma per averti fatto morire…a Spoleto. Addio». Secondo quanto è stato possibile ricostruire da persone vicine alla famiglia (dalla Usl 2, sollecitata al riguardo, non è arrivato alcun riscontro), il fatto è accaduto lunedì sera, quando la signora si accingeva a mettersi a tavola per la cena, insieme ad alcuni familiari. In quei frangenti la donna ha accusato il malore ed è stata sorretta dal figlio, che ha cercato di darle un primo soccorso. I congiunti avrebbero a quel punto attivato il 118 e, visto che l’ambulanza non arrivava, anche la guardia medica. In casi del genere, il fattore tempo è a dir poco determinante e, in preda alla disperazione, qualcuno si è anche premurato di andare a prendere un defibrillatore, in un presidio non lontano dall’abitazione della donna. Un’operazione che ha a sua volta richiesto tempo, troppo evidentemente rispetto al grado di gravità delle condizioni della signora, spirata prima dell’arrivo dell’ambulanza. L’amarezza e il dolore del figlio hanno inevitabilmente riacceso i riflettori sulle carenze strutturali dell’ospedale, in un momento l’attenzione per il mantenimento dei servizi è forte e di stretta attualità. «Spoleto deve avere la forza di dire basta», scrive la consigliera Maria Elena Bececco (Spoleto Futura): «Un’altra donna ha perso la vita a Spoleto ed il suo ospedale non è stato in grado di dare una risposta adeguata alle esigenze dei suoi cittadini. E non dipende dal personale che ci lavora, che anzi si fa in quattro per sopperire alle mancanze strutturali e al depotenziamento creatosi in seguito alla covidizzazione del nostro ospedale. Che ce ne facciamo della chirurgia testa-collo tanto sbandierata o dell’ortopedia solo protesica se non si riesce a salvare la vita delle persone o a far nascere i figli di Spoleto?».
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