Terni, va ad asparagi in un terreno privato e viene condannato: l'odissea di Gianni, invalido, che rischia il carcere

Il 61enne ternano premiato per aver salvato una ragazza da uno stupro

Terni, va ad asparagi in un terreno privato e viene condannato: l'odissea di Gianni, invalido, che rischia il carcere
di Nicoletta Gigli
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Giovedì 16 Novembre 2023, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 07:56

TERNI - La passione per gli asparagi è costata cara a Gianni.

Il suo ingresso in un terreno privato nella zona di Gabelletta, dove c’era uno stabile diroccato, l’ha fatto finire a processo.

Rinviato a giudizio con le pesanti accuse di furto con scasso e invasione di terreno, è stato condannato a due anni e tre mesi di carcere.

La sentenza di primo grado, confermata in appello, è diventata definitiva e ora lui, incensurato e con gravi problemi di salute, rischia da un momento all’altro di essere trasferito in una cella del carcere di Sabbione.

Gianni non si dà pace, anche perché non ha mai fatto male a una mosca.

Anzi, ha un passato da cittadino modello.

Ha 61 anni, è ternano, e qualche anno fa  è stato premiato come miglior cittadino di Terni per aver salvato una ragazza da uno stupro consumato in pieno centro.

E sempre lui, quando ha ritrovato in terra un portafogli pieno zeppo di soldi, si è affrettato a riconsegnarlo alle forze dell’ordine perché potesse tornare al legittimo proprietario.

La vicenda che rischia di farlo finire in carcere risale a tre anni fa.

Gianni, che un anno fa ha subito l’amputazione di una gamba e da allora si muove con la sedia a rotelle, è da sempre un appassionato di asparagi.  Ogni anno aspettava il momento giusto per andarli a raccogliere nella zona non lontana dalla sua abitazione.

Sceglie un terreno che non ha cancelli, dove l’erba è alta e c’è una casa diroccata. Mentre col bastone cerca gli asparagi arriva il proprietario. Lo accusa di aver rotto la porta di vetro e di aver violato la sua proprietà e chiama la polizia.

Gianni viene perquisito e portato in questura per essere denunciato. Lui il giorno dopo va a cercare il proprietario, si offre di riparare la porta anche se sostiene di non averla rotta ma la situazione non si risolve. A distanza di un anno viene rinviato a giudizio. In questo periodo viene invitato a versare 4mila euro alla controparte per chiudere la vicenda, paga con un assegno ma il processo va avanti lo stesso.

Si chiude con la condanna a due anni e tre mesi di carcere, confermata in appello. La sentenza è diventata esecutiva e Gianni da un momento all’altro teme di ricevere la visita di chi suona il campanello per trasferirlo in carcere. Lui, premiato come miglior cittadino ternano per aver salvato dallo stupro una ragazza in piazza Buozzi, non si dà pace.

Ora vive appeso alla speranza che la richiesta dei domiciliari per motivi di salute avanzata dal suo legale venga accolta.

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