Urologia in panne, pochi medici
e sedute chirurgiche al lumicino.
Si aggrava il quadro clinico del paziente col catetere in attesa dell'intervento da settimane

Urologia in panne, pochi medici e sedute chirurgiche al lumicino. Si aggrava il quadro clinico del paziente col catetere in attesa dell'intervento da settimane
di Umberto Giangiuli
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Mercoledì 7 Settembre 2022, 14:24

Per Gianni (nome di fantasia) il calvario continua e l’urologia non è in grado di dare risposte risolutive che poi, come gli è stato riferito, si avrà soltanto l’intervento chirurgico  tra otto mesi, nel frattempo è costretto a portare un catetere e imbottirsi di antibiotici che sembrano poco attivi. «La situazione è precipitata nel giro di un paio di giorni- afferma non senza preoccupazione-  uno testicolo, poi l’altro, sono divenuti duri, doloranti e di un brutto colore bluastro. Mi sono recato in urologia, per tutta risposta mi hanno dato da fare degli antibiotici, senza farmi almeno una ecografica o altri controlli. Intanto- continua-  la parte terminale del catetere fa sangue ed emana anche un cattivo odore. Insomma stanno giocando sulla mia pelle e nessuno si prende di petto il problema con decisione, fare analisi appropriate, decidere la data dell’intervento chirurgico in breve tempo. In queste condizioni non riesco andare avanti ancora per otto mesi con tutti gli effetti collaterali che il problema inevitabilmente si porta appresso». Una situazione imbarazzante ed anche anomala, non soltanto per lui. Altri stanno affrontando lo stesso disagio. Con tre urologie, pur con funzioni diverse, è davvero singolare che le liste d’attesa per gli interventi chirurgici siano così lunghe. Proprio sullo stato del polo urologico a Terni, il direttore generale Pasquale Chiarelli nella sua nota di commiato (il dodici del mese lasciarà) aveva sottolineato che «le tre strutture di Urologia lavorando in team riescono a superare la lieve carenza di medici (due dirigenti medici hanno smaltito le ferie per cessazione del rapporto di lavoro dal 1° settembre, ma hanno collaborato per le reperibilità nel periodo delle ferie estive) e la graduatoria disponibile per le sostituzioni non è stata utilizzata nel rispetto delle indicazioni regionali.

Le sedute operatorie urologiche, come per tutte le altre specialità, vengono assegnate in base alla disponibilità degli anestesisti (questo è il vero problema nazionale: la carenza di anestesisti), dando priorità, necessariamente, al trattamento delle patologie oncologiche». Ma sulla carenza degli anestesisti risponde il sindacato della Uil funzione pubblica. «Gli anestesisti non mancano. In ospedale ce ne sono non meno di cinquanta- afferma Mauro Candelori- il problema semmai è l’organizzazione. Non è possibile che questa figura  operando in un certo settore non può essere spostata. Per forza di cose devono “girare” dove servono. Soltanto in questo modo si abbattono le liste d’attesa per gli interventi chirurgici». Intanto, però, a rimetterci sono i cittadini che si vedono  rimandare gli interventi chirurgici come quello del signor Gianni che non sa più a chi santo rivolgersi. «Sono anche tentato- conclude- di andare in un altro ospedale, ma perché lo debbo fare quando c’è l’ospedale di Terni».

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