Terni. Piscine dello Stadio, gli istruttori di Fitness: «Noi abbandonati e senza tutele»

Terni. Piscine dello Stadio, gli istruttori di Fitness: «Noi abbandonati e senza tutele»
di Monica Di Lecce
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Venerdì 28 Gennaio 2022, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 11:20

«Siamo una categoria di lavoratori che non ha tutele, non ha contratti, non ha un sindacato. I rapporti di lavoro sono regolati per la gran parte da contratti di collaborazione sportiva che fino a un tetto di 10mila euro annui non prevedono contributi e tassazioni. Per il resto sono a partita Iva». E’ un’analisi a tutto tondo sulla difficile situazione degli istruttori quella che fa questo formatore nazionale che, pur essendo un nome nel campo del fitness a Terni, vuole rimanere nell’ombra. Ha una esperienza decennale ed è stato per qualche anno responsabile del settore fitness delle Piscine dello Stadio. La vicenda della chiusura non lo tocca di persona in quanto i rapporti con la struttura si sono interrotti prima del covid, ma gli riporta alla mente un’esperienza già vissuta in passato. «Una decina di anni fa da istruttore – racconta – ho vissuto sulla mia pelle il fallimento di un’altra struttura sportiva. Anche lì fecero abbonamenti a prezzi stracciati e poi furono accumulati debiti, i dipendenti non venivano più pagati. Io come gli altri istruttori avevamo accumulato diverse mensilità di arretrato. A un certo punto l'impianto chiuse. Oggi vedere quanto sta accadendo alle piscine dello stadio mi dispiace e mi riporta alla mente tutte le difficoltà che dal di dentro ho vissuto all’epoca». Il pensiero corre a quelli che fino a qualche mese fa sono stati anche suoi colleghi, una ventina di istruttori che sono stati costretti a fermarsi all’improvviso. «La nostra è una categoria che soffre più di altre certe situazioni di difficoltà – continua il formatore nazionale – se ci fermiamo non abbiamo alcun ammortizzatore che ci consente di tamponare la situazione di difficoltà economica. Veniamo pagati un tot a ore. Se stiamo male ci salta il guadagno. Non c’è un tariffario uniforme. Si parla mediamente 20 -25 euro l’ora ma c’è anche chi prende 8-10 euro l’ora». A fare la differenza, a parte l’esperienza e il nome che l’istruttore si è fatto nell’ambiente, c’è anche il numero di iscritti ai suoi corsi, “affezionati” che seguono l’istruttore e che hanno il “peso specifico” quando questo contratta la propria prestazione con l’associazione sportiva. «Il bello di questo lavoro, che riesci a tirare avanti solo se hai la giusta motivazione e una grande passione – continua l’ex responsabile Fitness delle Piscine dello stadio – è che a livello pratico hai la massima autonomia nella gestione, una grande libertà anche di lavorare per più strutture. Di contro, a livello contrattuale, è un disastro. Per ovviare a tutte queste problematiche, che investono l’intera categoria, a livello nazionale, Antonella Vezzali sta lavorando da mesi a una proposta da sottoporre al presidente del Coni nella qualche dovrebbero essere contenute forme di tutela e riconoscimento della nostra attività». In attesa quindi che cambi la normativa, il formatore auspica una soluzione positiva per i colleghi delle piscine dello stadio. 

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