«Sarebbe utile favorire il lavoro da casa e lo smart working e, dove non possibile, fermare le produzioni non essenziali in questi 15 giorni di emergenza con l'utilizzo anche della cassa integrazione o fondo di integrazione salariale»: a chiederlo è la Fiom Cgil di Terni, preoccupata per le mancate tutele del decreto del Consiglio dei ministri per i lavoratori metalmeccanici. Il sindacato, insieme agli altri del settore, già prima della pubblicazione del decreto ha proclamato uno sciopero di 48 ore all'Ast per le «inadempienze» dell'azienda. Mobilitazione che è pronta a replicare in tutti i luoghi di lavoro qualora non si garantisca «la salute e la sicurezza». «Se la misura più significativa per contrastare il contagio è la distanza superiore al metro - si legge in una nota della Fiom -, questo non può essere derogato per i lavoratori e le lavoratrici che non producono beni essenziali o servizi per garantire il sostentamento e la salute pubblica». La Fiom sottolinea che c'è «la necessità di dare risposte anche allo stress psico-fisico che i lavoratori stanno vivendo in questa straordinaria emergenza». Per questi motivi «valuterà nelle prossime ore iniziative di mobilitazione generale per la categoria, come già espresso dalla segreteria della Fiom nazionale»
Terni, la Fiom: «Fermare le produzioni
che non garantiscono sicurezza»
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Giovedì 12 Marzo 2020, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 17:44
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